Dopo due trasferte, l'Inter torna a San Siro, mentre Spalletti torna al 4-2-3-1. Con Candreva non ancora al meglio, chance dal primo minuto per Karamoh; Borja Valero fa spazio al rientrante Brozovic. Tanti cambi in casa Cagliari, fuori Pavoletti, Faragò e lo squalificato Cigarini. Rastelli schiera i suoi con il 3-5-2: Giannetti e Miangue (ex della gara) sugli esterni, Cossu regista. Davanti esordio dal 1' per Ceter dietro a Sau.
PRIMO TEMPO - L'Inter parte forte: atteggiamento aggressivo, contro un Cagliari "distratto", e subito gol del vantaggio. Il calcio di punizione - senza deviazioni - di Cancelo mette la partita in discesa, con l'Inter che macina occasioni da gol e gli ospiti sovrastati dalle corse di Perisic e gli inserimenti di Karamoh. La squadra di Rastelli, in tutti i suoi interpreti, fatica a trovare le giuste posizioni sul terreno di gioco: Giannetti lascia spazio all'esterno croato e alle sovrapposizioni di D'Ambrosio, Andreolli è costretto ad allargarsi e, nel mezzo, l'Inter crea superiorità numerica. In fase di costruzione, i difensori centrali nerazzurri portano liberamente il pallone fino quasi la linea di metà campo, con gli attaccanti ospiti - Ceter in primis - più vicini a Brozovic e Gagliardini, mentre uno dei due interni di centrocampo, Padoin, tende a scalare su Cancelo, con Miangue più arretrato. La poca compattezza avversaria favorisce una squadra di casa sicuramente più intensa e predisposta al movimento senza palla, al non dare punti di riferimento. Rafinha si stacca dai difensori centrali, si fa trovare con facilità tra le linee da un Brozovic quasi sempre veloce e preciso nelle verticalizzazioni e dialoga sia nello stretto che nel lungo con i compagni dell'out mancino. Anche Icardi riesce a rendersi più partecipe del gioco, con movimenti ad accorciare la squadra e scatti a sorprendere la retroguardia sarda. Il tecnico rossoblù prova a correre ai rimedi, ridisegnando completamente la squadra: 4-4-2, con i due "registi" delle rispettive zone di competenza, Romagna e Cossu, che si spostano sull'out destro di difesa (il primo) e su quello mancino di centrocampo (il secondo). Un Cagliari meglio disposto, Borja Valero al posto dell'infortunato Gagliardini, regalano un finale di primo tempo più di possesso palla che di tentativi in zona gol. Una prima frazione che, al netto di un avversario sicuramente inferiore, ha visto Handanovic spettatore non pagante e l'Inter creare tanto, sfruttando anche la vivacità di un Karamoh molto vicino a Icardi, ma poco preciso sotto porta.
SECONDO TEMPO - Altro inizio propositivo degli 11 nerazzurri, altro gol - questa volta di un Icardi tornato "cecchino" - e gara che diventa a senso unico anche dal punto di vista del risultato. I centrocampisti ospiti, primi ad uscire sui portatori di palla nerazzurri, vengono scavalcati con facilità e nelle numerose volte che Perisic riesce a giungere sul fondo e mettere "quella" palla arretrata al limite dell'area, si fanno trovare spesso in ritardo, con gli accompagnatori - di turno - nerazzurri liberi o quasi di far male alla porta difesa da Cragno. Staccandosi dalla linea dei difensori, come Icardi e Karamoh, riproponendosi in avanti dopo aver fatto partire l'azione, come Rafinha, o arrivando in seconda battuta, come Brozovic in occasione del terzo gol. Il centrocampista croato, con determinazione, delicatezza e qualità, chiude la partita, regalando una mezzoretta abbondante di allenamento, divertimento e risparmio energie alla squadra di Spalletti e di limitazione danni a quella di Rastelli. I cambi, Faragò per Sau (con Giannetti attaccante) e Lykogiannis per Padoin (Cossu torna in mezzo) non cambiano l'andamento del match. Perisic continua nelle sue sgroppate sulla sinistra, mentre Cancelo aumenta la spinta sul versante opposto. Lo spazio per il croato viene liberato da un paziente e veloce giro palla che passa sempre dai piedi del connazionale Brozovic e di Rafinha, bravi ad attirare la difesa ospite, grazie anche alla collaborazione di Icardi e Karamoh. Proprio il francese, con il suo continuo movimento verso il centro, lascia libera la corsia alle discese del terzino portoghese. L'ingresso del giovane Caligara in casa Cagliari e di Candreva, alla ricerca del primo gol e libero di agire sulla trequarti, portano un po' di curiosità in un finale di gara dal poco valore in termini di tattica e di risultato finale, aumentato ancor di più, in favore dell'Inter, con la conclusione mancina - a seguito di uno "schema" su punizione - di uno dei migliori in campo di serata, Ivan Perisic. Tornare al gol, dopo 3 partite, e tornare a vincere, dopo 2 punti nelle ultime 3, era il primo obiettivo. Giocando a San Siro, e contro un Cagliari tutt'altro che proibitivo, farlo era "quasi" obbligatorio. Confermando le sensazioni positive, che avevano accompagnato anche qualche passo falso, era la speranza e la risposta che in molti, a partire da Spalletti, coltivavano e attendevano. Trovando e ritrovando la freschezza di Karamoh, un Perisic (seppur poco ostacolato) a tratti devastante e continuo nei 90', un Icardi in gol e anche più al centro del gioco, ora lo sguardo al prossimo e importante futuro appare di nuovo ottimistico... pensando ai calci piazzati di Cancelo, al pallone incollato al mancino di Rafinha e gioendo per il "nuovo" indispensabile Brozovic, mancato contro l'Atalanta, goduto ieri sera.
VIDEO - JOAO CANCELO VS OLANDA, NON SOLO IL ROSSO: LA PROVA DELL'ESTERNO PORTOGHESE
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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