Prosegue l'inchiesta della Gazzetta dello Sport sulle oscillazioni di San Siro. Il quotidiano ha intervistato il professor Alfredo Cigada, colui che coordina la squadra dedicata proprio alla verifica quotidiana della sicurezza dell'impianto milanese (30 persone che fanno capo a un'eccellenza italiana come il Politecnico di Milano).

Professor Cigada, San Siro trema quindi?
"Meno male che lo fa: è naturale in strutture simili. Sarebbe pericoloso il contrario".

Allora cosa sta accadendo? Perché aumentano le segnalazioni dei tifosi?
"C’è stato un effetto psicosi dopo la caduta del ponte Morandi. Ma chi viene allo stadio da tanti anni sa che le oscillazioni non sono una novità. E non sono cambiate: le condizioni di sicurezza sono rimaste identiche a 13 anni fa, vale a dire da quando è iniziato questo percorso".

Facciamo gli avvocati del diavolo: l’investimento di forze e denaro è la prova che San Siro ha dei problemi?
"E’ l’esatto contrario: tenendolo costantemente sotto controllo possiamo indirizzare gli interventi di manutenzione dove occorre realmente. Vede, proprio la sua osservazione è il motivo per cui cerchiamo di non pubblicizzare troppo quello che facciamo. La gente equivoca e rovescia la realtà. Tra l’altro di recente sono stati diffusi dati sbagliati, ma abbiamo preferito non intervenire".

Si riferisce ai centimetri, circa 2,6 per lato, di oscillazione che sarebbero stati registrati dopo Inter-Atalanta?
"Sì, siamo molto al di sotto".

I tifosi allarmati ci hanno documentato con foto e video la caduta di calcinacci, una balaustra sfasata e gli ultrà della Juve divisi al terzo anello. Che ci dice in merito?
"I calcinacci erano residui di lavori precedenti, non parti strutturali. Sulla balaustra verificheremo, ma anche lì parliamo di elementi non portanti".

E i tifosi divisi?
"Quella è stata una precauzione, giusta. Perché le tribune del terzo anello sono più rigide, lo sappiamo. E quindi se non c’è il tutto esaurito è buona norma distribuire il peso. Come avviene negli aerei di linea, ma questo non vuol dire che quell’aereo non sia sicuro. Lo stesso vale per San Siro".

Perché i concerti destano più preoccupazione?
"Non per la musica, ma per il comportamento del pubblico: balla e salta a ritmi diversi. E questo crea sollecitazioni particolari, ma al momento anche per gli spettacoli non ci sono rischi".

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 maggio 2019 alle 09:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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