"C'era una volta a San Siro. Vita, calci e miracoli". Si intitola così il nuovo libro di Gianfelice Facchetti che uscirà domani nelle librerie fisiche e online. Oggi il Corriere della Sera ne propone un assaggio: "Anche a me è sempre sembrato di essere nato e poi svezzato tra gli anelli di San Siro, ed è stato così anche per una folta schiera di generazioni riunite ogni domenica attorno al tempio del calcio. In nome di una fede. È un vero e proprio pellegrinaggio quello che si ripete dal 19 settembre 1926, giorno dell’inaugurazione, una pratica devota che accompagna la ciclicità del tempo. Il rito vuole che ci si rechi da soli o in compagnia per compiervi atti speciali a scopo votivo o penitenziale, non è solo questione di perdere o vincere. Fiocco azzurro o rosso, rigato di nero in ogni caso, uno dopo l’altro in processione abbiamo ricevuto i sacramenti, di stagione in stagione (...). Di San Siro oggi si dicono tante cose, ma soprattutto che sia tempo di rifarsi la pelle e che la questione non si possa più rimandare. Ad avere maggior interesse affinché sia così sono le proprietà fluide di Milan e Inter, lontani parenti e coinquilini destinati a restare insieme per molto tempo ancora. Si dice che solo uno stadio nuovo possa permettere di ottenere profitti in linea con quelli dei grandi club europei e rimanere competitivi. Per qualcuno è futuro, per altri scempio. Per i primi un passo necessario, per gli altri deleterio. Rinascita o tramonto di un sogno) (...) Per tutto questo, sono legittime le domande e resistenze dei cittadini che discutono e si dividono tra sì e no, favore- voli o contrari. Vanno ascoltate e meritano risposta. Non sono pura avversione al progresso certe levate di scudi, spesso mosse da un sentimento autentico di protezione verso uno dei luoghi più affascinanti della città e del calcio mondiale Nel frattempo, riavvolgere il nastro dell’epopea di San Siro potrebbe aiutare. Riguardare il film di ciò che è successo, ricordando protagonisti e prodigi compiuti grazie alla santa alleanza tra spalti e campo, potrebbe essere una maniera saggia per orientarsi. Prima di tutto per arrivare a una decisione che sia saggia e ragionevole, rispettosa anche del mondo che ruota attorno a San Siro. Nel caso poi in cui si scegliesse a malincuore di abbattere e ricostruire, per non perdere complessità e ricchezza del passato. Infine, perché il più avveniristico degli stadi potrà sempre trarre ispirazione dalle gesta dell’antenato nobile che lo ha preceduto. In questo scenario, chiunque abbia in fondo al cuore un frammento di San Siro è chiamato a fare la propria parte. Ringraziando e restituendo al santo del football un po’ di quel che ci siamo portati via ogni volta che ci siamo lasciati torri e tornelli alle spalle. È tempo di essere giusti con lui, dandogli voce, ascoltando ciò che ha da raccontare. (...) Con San Siro di mezzo serve sempre attenzione, vietato distrarsi. Se per qualche attimo è capitato di perdermi, alla fine ho ritrovato sempre la strada. Casa nostra. Lo stadio dei sogni". 

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 26 aprile 2021 alle 11:38
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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