"Chiudersi a volte non è una brutta cosa. In un momento del genere è come prepararsi a ripartire". Lo dice Andriy Shevchenko, intervistato dalla Gazzetta dello Sport anche per parlare dell'emergenza coronavirus che ha intaccato il mondo intero.

Ha paura?
"Non bisogna ragionare con la paura. Bisogna guardare avanti. Ho un amico in Lombardia che è stato malato, adesso comincia a respirare da solo, ma è stata dura. Acqua calda, tazze di tè, ha perso tanti chili, ma ne sta uscendo. Io riparto da qui".

Da c.t. dell’Ucraina, che cosa pensa della decisione di rimandare l’Europeo?
"Mi pare una decisione corretta. Il calcio è una festa per le persone, ma se le persone non ci sono, o hanno paura, che festa è? La Uefa ha scelto la soluzione migliore per tutelare la salute dei giocatori e dei tifosi, e lo spettacolo. Il calcio esiste in quanto sport che attira persone, si fa fatica a viverlo a distanza".

In Ucraina il campionato va avanti a porte chiuse.
"Nel mio paese la situazione è diversa. La nazione è grande, il contagio sembra ancora un problema lontano. L’Ucraina ha dovuto far fronte in questi anni a tante emergenze. Sono certo che il mio paese sarebbe in grado di rispettare regole restrittive, se e quando arriveranno".

In Italia qualcuno aveva preso la cosa alla leggera...
"Il governo si è mosso bene. Poi qualcuno parlerà di ritardi o altro, ma mi sembra che ci sia stata una presa di coscienza positiva".

Milano è anche ormai un avamposto, se non contiene il contagio è un disastro. Ce la farà?
"Milano ha un cuore grande e anche grandi competenze ospedaliere. Lo so per esperienza: i medici e gli infermieri sono bravissimi, competenti e grandi lavoratori. Ce la faranno anche se si trovano in difficoltà. Ce la farà l’Italia. Io amo tanto l’Italia, è il mio secondo paese, non la divido fra milanisti interisti e juventini, così come non divido Milano fra chi tifa rossonero o nerazzurro, e non soltanto perché tutti a Milano mi hanno sempre trattato con simpatia. Amo Milano, amo l’Italia, non ho dubbi che il peggio passerà. L’Italia ha soltanto pagato lo scotto di essere il primo paese europeo ad affrontare l’emergenza".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 18 marzo 2020 alle 10:32 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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