Tutto facile, forse troppo, per l’Inter a Spalato. Un rotondo 3-0 in trasferta che fuga in meno di 90 minuti qualsiasi dubbio aleatorio sulla qualificazione al playoff di Europa League. Ottimo l’esordio europeo tra i pro per Stramaccioni, che propone un’Inter solida e micidiale, brava a contenere le velleità dell’Hajduk e a punirne gli errori difensivi, non certo pochi. Sneijder, Nagatomo e gioiello di Coutinho: tre le firme su un successo che regala ossigeno ma non nasconde i limiti di una rosa ancora incompleta. In attesa che gli yuan facciano il loro dovere, dunque, l’Inter si fa bella sul campo e conquista, salvo suicidio milanese, una qualificazione ampiamente meritata. L’Hajduk, dal canto suo, incassa quanto basta per finanziare la trasferta di ritorno. Ci si può accontentare a questi livelli.

LAMPO OLANDESE - Spaventa per circa 7-8 minuti la spinta dell’Hajduk, che giocando tra le mura amiche deve per necessità chinare la testa e attaccare. Lo prevede l’etichetta del calcio slavo. L’Inter soffre il giusto, ma nel frattempo prende le misure e quelle che annota Sneijder sono perfette: servito da Milito, l’olandese si beve Milovic, fa sedere anche Vrasjevic e scaraventa sotto la traversa. Gol meraviglia, siamo al 18’ e la partita cambia. I nerazzurri, in maglia rossa (quanto mai opportuna considerati i recentissimi sviluppi societari), prendono possesso del gioco e concedono poco ai croati, giusto un paio di folate con il guizzante Jozinovic, attivo sulla sinistra.

CENTROCAMPO ORDINATO - I 40 mila del Poljud, carichi di entusiasmo, vedono la loro squadra intimorirsi dopo aver subito il gol e faticare a costruire contro un’attenta difesa, dove figura anche Jonathan, ripristinato a terzino dopo la magra figura da ala del Celtic Park. Bene il brasiliano, che spinge con continuità, ma a spiccare sono il solito instancabile Zanetti e l’eclettico Palacio, che partendo largo a destra attacca gli spazi come pochi. L’assenza iniziale di Mudingayi invita a ipotizzare un 4-2-3-1: in realtà siamo in regime di 4-3-2-1, con il capitano che agisce a centrocampo assieme a Cambiasso e Guarin e i due creativi dietro Milito. Onde evitare di replicare gli strafalcioni in terra di Scozia, è il Cuchu a rimanere ancorato dietro, dando ai colleghi di reparto maggiore libertà di salire.

CINA? NO, GIAPPONE. POI COU... - Tra chi sale, e anche spesso, c’è Nagatomo, che al 44’ sfrutta una deviazione per  firmare il 2-0 con un tiro tutt’altro che irresistibile. Una rete fortuita ma pesantissima, che manda i nerazzurri negli spogliatoi in totale serenità: la pratica Hajduk non sembra più così complessa. Peccato solo per l’infortunio di Chivu, che deve dare forfait nella ripresa, mentre Guarin, gladiatorio, si ripresenta nonostante una leggera distorsione al ginocchio. Dopo 28 minuti di (graditi) sbadigli, la luce del Poljud si accende grazie a Coutinho (subentrato poco prima a Sneijder), che sfrutta una manovra tutta rapidità e la impreziosisce con un destro a giro che fredda Blazevic irrimediabilmente. Tre a zero e tanti saluti all’Hajduk, che spreca l’atto di presenza con Maglica (due volte) a tu per tu con Handanovic, ultimi squilli prima degli applausi, sportivissimi che il pubblico di casa dedica ai propri beniamini al fischio finale.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 02 agosto 2012 alle 22:35
Autore: Fabio Costantino
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