Nessuna forza nuova a centrocampo, anzi. Il mercato di gennaio ha ulteriormente indebolito il reparto, visto che, rispetto a inizio stagione, Mancini ora si ritrova con un Guarin in meno e nessuno come erede. In rosa, quindi, restano in cinque: Medel, Felipe Melo, Kondogbia, Brozovic e il baby Gnoukouri. Non il massimo per uno che in passato ha avuto gente come Veron, Stankovic, Cambiasso e Yaya Touré, tanto per citarne qualcuno. E allora il tecnico marchigiano dovrà fare con quello che passa la casa ed è chiaro che la qualità dovrà essere rintracciata più avanti.

La rosa dell'Inter non è priva solo di un regista, ma anche di un elemento in grado quantomeno di ragionare calcio con geometrie ficcanti e illuminanti. Come ha detto giustamente il ds Ausilio, ci sono tanti modi di giocare e non è detto che si vinca solo con grandi registi. Ma è anche vero - aggiungiamo noi - che in quest'Inter, venuta meno la foga e la determinazione, si fa fatica a sopperire con il possesso palla concreto e con manovre realmente ben articolate.

Ultimamente, Mancini sta sposando la causa del 4-2-3-1 e il motivo è piuttosto semplice: avendo zero ragionatori, si prova a recapitare il più velocemente possibile la palla agli attaccanti e sperare che inventino qualcosa viste le doti indubbiamente elevate dei vari Ljajic, Jovetic, Perisic e, ora, Eder. Non a caso, spesso e volentieri, chi accende la luce tra i nerazzurri è il serbo ex Roma (e si capisce perché a lui il Mancio non rinunci facilmente). Le alternative restano i lanci di... Miranda. Queste sono le fonti di gioco attuali. Nulla di male, se non fosse che poi viene a mancare profondità e, di conseguenza, i gol. Al City, Mancini vinceva con De Jong-Barry in mediana, ma pure con Touré qualche metro più avanti, con Tevez, con David Silva e con Dzeko. Insomma, gente di primissimo livello.

L'alternativa è il 4-3-3, ma anche in questo caso si è spesso evidenziata la lacuna nel raccordo tra i reparti. Il giocatore più adatto a legare centrocampo e attacco è senza dubbio Brozovic, che però - anche per via della giovane età - non sta rispondendo sotto il profilo della continuità di rendimento. Lo stesso ragionamento che si poteva fare per Guarin, uno che aveva vinto tantissimo ai tempi del Porto proprio giocando interno di destra in una mediana a tre.

A oggi, insomma, considerando il 4-2-3-1 come modulo base, la coppia sulla carta più accreditata per funzionare lì in mezzo sembrerebbe essere quella formata da Medel e Kondogbia: il cileno resta una certezza, mentre forse è arrivato il momento di concedere fiducia totale all'investimento più oneroso dell'estate. Poi, davanti, il Mancio può sbizzarrirsi a piacimento.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 03 febbraio 2016 alle 11:28
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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