Lunga intervista concessa ai microfoni de Il Giorno da Angelomario Moratti, nuovo vicepresidente dell'Inter a fianco di Erick Thohir. I temi non possono che essere quelli attuali, dall'addio del padre alla carica di numero uno del club al futuro della società nerazzurra, passando per gli striscioni esposti dalla Curva durante Inter-Livorno. Ecco le sue dichiarazioni:

Sia sincero. Quanta sofferta è stata la decisione di suo padre di cedere il club?
"Ma lui non è triste come si può pensare, nè è stato meno loquace del solito. E’ una scelta fatta da tempo, condivisa in famiglia e che ha portato avanti per il bene del club".

Ma c’è stato un momento in cui il cuore e il sentimento ha rischiato di prendere il posto della ragione. Un ripensamento?
"No, mai un ripensamento. Prima di fare il passo decisivo abbiamo solo voluto capire se questa cordata fosse davvero quella affidabile per rilanciare il club. Ci siamo fidati, abbiamo capito che era un’operazione giusta per tutti. Certo, dopo quasi vent’anni non è facile fare un passo indietro ma mio padre ha capito che era arrivato il momento...".

Ora lei è vicepresidente, si spera operativo. Questo la responsabilizza ulteriormente rispetto al passato quando la figura di suo padre le faceva comunque da scudo?
"No, io mi sono sempre sentito responsabilizzato e coinvolto nelle vicende del club. Abbiamo sempre considerato l’Inter una nostra passione, un qualcosa di speciale, anche quando non c’era un Moratti nelle proprietà. Siamo rimasti con una quota di minoranza anche perchè le garanzie con le banche sono a nome di mio padre".

Di fatto lei sarà il tramite fra la vecchia gestione e la nuova proprietà...
"Ci sarà comunque un lavoro d’equipé. Non sono io a rappresentare il club, ora ci sono anche altre persone con cui condividere idee e progetti".

Si aspettava un saluto più caloroso e meno polemico da parte dei tifosi dopo 18 anni al timone del club?
"Sì, quello che ho visto a San Siro l’ultima volta non è piaciuto a me e, a dire il vero, neppure a mio padre. sarebbe bastato un “Grazie“, e invece la curva ha voluto aggiungere quelle parole in più che sanno di polemica".

E adesso come cambierà la vita di suo padre? Le interviste del lunedì mattina....
"Eravate ben abituati, non pensate ora di venire a disturbare me mentre mi reco al lavoro. Adesso vi tocca andare tutti a Giacarta... (ride, ndr)".

Ma si può immaginare, un domani non troppo lontano, un terzo Moratti alla guida del club, cioè lei?
"Non lo so, sinceramente non credo. E’ presto, è una cosa cui non penso. E non sono neppure sicuro che è questo che la gente vuole...".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 16 novembre 2013 alle 23:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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