Solo sei mesi fa, uscire con un punto dall’Olimpico contro una Lazio arrembante sarebbe stato oro. Dopo i 90’ di ieri, l’Inter ha più di un rimpianto per il risultato finale del big match della terza giornata di Serie A: sintomo di come in poco tempo sia cambiato molto e di quello che i nerazzurri hanno costruito in questa assurda sessione di calciomercato, dopo una campagna europea al di sopra delle aspettative.
L’Inter all’Olimpico mostra le sue due facce, in attesa di una sintesi: arrembante, sicura nei primi 45’ quando neutralizza i pericoli della Lazio e amministra un risultato giusto. Precaria, indecisa, dopo il 60’, quando Milinkovic-Savic svetta sullo sbadato Perisic e infila il colpevole Handanovic. Da quel momento l’Inter si sfilaccia e a poco servono i cambi di Conte, complice anche il parapiglia di rossi che spezzetta ulteriormente il gioco. Il punticino strappato a Roma non fa felice Conte quanto l’idea di gioco che la squadra continua a voler esprimere, in qualsiasi situazione: le luci e ombre di ieri pomeriggio possono avere infinite diramazioni.
DOMINIO - Il primo tempo dell’Inter è stato un condensato di cose positive: la ritrovata solidità della difesa a tre titolare, i meccanismi che iniziano a produrre gioco e la sensazione di pericolo costante che si percepisce quando Hakimi ha la palla tra i piedi. Lukaku è seguito a uomo, mentre Lautaro ha la possibilità di punzecchiare gli avversari.
Vidal ha già preso possesso del centrocampo, telecomandato da Conte e aiutato da Barella, per l’occasione trequartista: la scelta di Conte paga in termini di transizioni fermate, perché il 23 è bravissimo a intasare gli spazi e annullare le idee laziali. Ma negli ultimi 20 metri manca fosforo, e non è un caso che il gol inaugurale arrivi da una situazione confusa, dove Lautaro è bravissimo ad anticipare tutti.
BUCO - Si sapeva, Perisic sulla fascia sinistra poteva essere un bel problema per Conte. Il tecnico salentino ha dimostrato di volerci credere e ha investito parecchie energie emotive nel ricalibrare l’esterno come titolare di questa Inter: alla prova dei fatti, Perisic non ha ancora ripagato la fiducia del suo allenatore. La marcatura su Milinkovic-Savic è troppo flebile, così come il tentativo di Handanovic di respingere un tentativo sul proprio palo: da quel momento, l’Inter cala fisicamente e si trova in balia di un buco nero creato da se stessi. I segnali non c’erano, perché i nerazzurri avevano iniziato la ripresa dominando l’avversario e creando un paio di palle gol che con un pizzico di fortuna si sarebbero concretizzate. Invece Acerbi, spostato sul centro sinistra causa emergenza infortunati, pesca Savic che rimette in discussione tutto.
PARAPIGLIA - L’ultima mezzo’ora di gara è palpitante: apre le danze Ciro Immobile, che reagisce in maniera scomposta dopo un fallo di Vidal. Rosso per lui e peccato capitale per l’Inter: rimane in superiorità per oltre 15’, in cui non riesce a creare nulla. Conte ci prova con i cambi, ma alcuni si rivelano fallaci: Young e Brozovic tradiscono le aspettative, entrando in gara molli e venendo travolti dall’intensità della Lazio che dopo il pari prova anche a vincerla.
Hakimi e Lukaku, due fra i più positivi nei primi 45’, spariscono dalla gara e l’Inter non si trova più. Quando i giri di lancetta si possono contare sulle dita di una mano, il fattaccio: Patric ostacola la rimessa in gioco veloce di Sensi, che per spostarlo alza il braccio. Il rosso sembra compensativo per la prima decisione su Immobile, quasi a dover giustificare la fiscalità con cui l’arbitro ha fischiato la sanzione al capitano della Lazio. Decisione incomprensibile, soprattutto con a disposizione il VAR.
Ma non è per una decisione arbitrale che l’Inter ha perso due punti preziosi: dopo aver aggiunto così tanto talento in una sessione, bisogna amalgamarlo al meglio e vivere di equilibri. Il percorso è quello giusto, e la serenità con cui Conte si è approcciato alle conversazioni post partita ne è la testimonianza: la continuità farà il risultato, quest’anno. L’Inter lo sa e, dopo queste due settimane di pausa forzata, ricomincerà a spingere più forte che mai.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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