L'Italia a Spalletti dopo l'addio di Mancini. Ai microfoni della Gazzetta dello Sport parla Gian Piero Ventura, l'ex c.t. azzurro. 

Delusioni mondiali: mister, è possibile fare un paragone?
«Ho fatto pace con incubi e fantasmi. Ma resto sorpreso quando ancora oggi si dice che l’uscita contro la Svezia fu un disastro epocale, nonostante la Svezia arrivò poi ai quarti di finale del Mondiale, e l’uscita quattro anni dopo contro la Macedonia del Nord, che era settantesima nel ranking mondiale, viene considerata solo un incidente di percorso. Nel 2022 la colpa era di tutti, nel 2018 di uno solo. Ma è inutile rivangare il passato...».

Da tifoso azzurro, non è rimasto colpito anche lei dal modo in cui si è chiuso il rapporto tra Mancini e la Nazionale?
«Quando non si conoscono bene le situazioni è difficile dare giudizi. Mancini dice una cosa, la Figc un’altra. Ma è chiaro che dal punto di vista dell’immagine ne siamo usciti male e si doveva trovare un modo diverso».

Inizia l’era Spalletti, suo allievo ed amico. E’ la scelta giusta?
«Assolutamente si. Sono felice per l’Italia e per Luciano. Dopo il campionato stravinto col Napoli questa è la ciliegina sulla torta della sua importante carriera. È un impegno non facile ma avrà stimoli enormi. L’ho visto crescere, l’ho cercato come giocatore, l’ho aiutato ad iniziare la carriera di tecnico. Gli faccio un grande in bocca al lupo».

Passiamo al campionato: il Napoli può ripetersi?
«L’eredità di Spalletti è pesante, ma Garcia è partito bene. Col Frosinone ho rivisto il sacro fuoco in Osimhen, Zielinski, Politano. Se lo mantengono, il Napoli resta favorito per lo scudetto, anche se la squadra non ha una rosa per tre competizioni. Deve pregare che i suoi titolari non abbiano un raffreddore. Lo scorso anno ai primi problemi è uscita dalla Champions».

Chi ha la rosa più completa?
«L’Inter. Due giocatori per ruolo. A centrocampo e in difesa Inzaghi può fare turnover senza veder calare il tasso tecnico. Sono andati via in molti, ma solo Brozovic e Onana erano titolari. Skriniar non giocava più, Lukaku non era di proprietà, Dzeko doveva fare i conti con l'età. Mentre Frattesi mi piace, Pavard è forte e punto su Arnautovic: può essere la sorpresa del campionato».

Farebbe lo scambio Vlahovic-Lukaku?
«No, per tre ragioni: età, la piazza contraria e il feeling crescente della coppia Vlahovic-Chiesa».

Mancini verso l’Arabia come c.t.: gli sceicchi spendono e spandono. È solo una bolla o il calcio lì può decollare?
«Ci hanno già provato in America, poi in Cina, ora in Arabia. Puoi comprare i giocatori, ma non la storia. Finora tranne un paio di giovani, stanno prendendo star sul viale del tramonto. C’è un grande can can, cifre e numeri incredibili, ma se in Cina il fenomeno è durato 4-5 anni, qui credo durerà solo un paio di anni in più».

Sezione: Rassegna / Data: Ven 25 agosto 2023 alle 12:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print