"L'Italia è la mia seconda casa ed ho un occhio di riguardo per gli italiani: in questo momento è come se fossi lì con loro. Hanno il mio sostegno". Sebastien Frey, ex portiere di Inter, Parma e Fiorentina, parla a Tuttosport del momento delicato.

In Francia come state vivendo l’emergenza Coronavirus? 
"Adesso siamo chiusi in casa, come accaduto già 10 giorni fa in Italia. Voglio dire anche ai francesi di usare il buonsenso e la testa, e di rimanere in casa. Purtroppo vedo tanta gente che sta sottovalutando la situazione: se non facciamo un sacrificio, tutto diventa più complicato. Quando ho visto le immagini dei mezzi militari a Bergamo mi piangeva il cuore".  

Lo scorso anno ha vissuto sulla sua pelle gli effetti di un virus. Ci racconta quell'esperienza? 
"Quello che mi è successo è stato molto strano. Ho avuto la febbre a 40 per dieci giorni, nonostante gli antibiotici e i medicinali. Una mattina mi sono svegliato e non riuscivo a muovermi: mi sono recato al pronto soccorso e sono stato in terapia intensiva per otto giorni. Un inferno. Mi hanno detto che si trattava di una malattia autoimmune e sono tornato a casa pensando fosse l’inizio della risalita ma non è stato così. Se sei stato atleta non è facile comprendere di dover ricominciare a camminare ma, grazie alla mia famiglia, ne sono venuto fuori. Anche per questo bisogna rispettare le regole, per il bene di tutti". 

In un periodo come questo cosa può fare lo sport? 
"Gli sportivi devono dare l’esempio. Tantissimi stanno lanciando dei messaggi e creando iniziative per far sì che la gente resti vicina a loro". 

La Serie A potrebbe ripartire a maggio. Crede sia una data plausibile? 
"Non so se il campionato ripartirà quest’anno, anche perché non sappiamo ancora quando inizieremo la risalita. Anch’io dovevo inaugurare i campi estivi in giro per Italia e Francia con l'accademia di portieri che ho creato ma ho scelto di rimandare a data da destinarsi".  

Quello che conta adesso è rialzarsi, e l’Italia sta lottando ogni giorno.  
"I protagonisti assoluti sono i medici che mettono a rischio la propria salute per quella degli altri. Sono loro i campioni di oggi. Tutte le sere in Francia facciamo un applauso alle 20: il mio è anche per l’Italia e il mondo intero".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 21 marzo 2020 alle 10:25 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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