Serata di intense emozioni per Josè Mourinho, che ha rimesso piede da allenatore allo Stamford Bridge, il suo stadio, sulla panchina che però solitamente ospitava l’avversario. Di certo il portoghese sarà stato colto da una tempesta di ricordi, di pensieri, ma non ha mai perso la concentrazione sul match. Il pubblico Blues lo ha salutato all’inizio, e lui ha risposto con un doppio cenno della mano, a conferma di una stima e di un affetto che la distanza e il ruolo della serata non sono riusciti a scalfire. Poi, è iniziata la personale partita dello Special One, seduto accanto a Beppe Baresi, salvo alzarsi spesso e volentieri per farsi sentire dai suoi giocatori, cosa che recentemente gli è stata negata. E la sua presenza in panchina si è sentita, eccome. Il suo volto e le sue mimiche sono stati uno spettacolo, in particolar modo quando i giocatori nerazzurri fallivano occasioni da gol evidenti.

Poi, alla rete di Eto’o, lo scatto verso la porta di Turnbull, senza però valicare i limiti consentiti dalle norme. Una gioia contenuta, ma trasparente, che tradiva la fine di un’ansia da tagliare a fette. E siccome non bisogna mai abbassare la guardia, Mourinho ha letteralmente spinto in campo Materazzi nei minuti conclusivi, spogliandolo dei polsino con un gesto rapido e convinto, consapevole del fatto che la ‘chincaglieria’ addosso a Matrix gli avrebbe fatto perdere del tempo prezioso prima del suo ingresso sul rettangolo di gioco. Infine, il saluto alla curva nerazzurra, tra salti, abbracci e cori. Insomma, una serata da ricordare per il portoghese.

Sezione: News / Data: Mer 17 marzo 2010 alle 10:53
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print