Dopo l’entusiasmo che la prestazione contro il Palermo ha dato all’ambiente nerazzurro, soddisfatto dalla facilità con cui l’Inter ha demolito la difesa dei rosanero (meno dalle difficoltà in difesa…), viene da chiedersi come mai questa squadra fatichi così tanto a mantenere alta la concentrazione in Europa. Per qualcuno si tratta di una carenza di personalità, che emerge ogni volta che la squadra valica i confini nazionali, ma il numero uno dei tifosi, Massimo Moratti, non la pensa così e manda un messaggio indiretto ai cugini rossoneri: “Nel campionato italiano ci sono squadre che, in certi momenti, fanno una miglior figura in campo internazionale, poi da noi concludono il campionato sotto di 20 punti dalla vincitrice. Per questa ragione non credo si tratti di un fatto di personalità. Credo piuttosto sia un fatto di abitudine anche al turnover, o a certe cose che noi non facciamo e che, forse, sarebbe il caso di cominciare a farlo. Poi, si tratta sempre di abitudine a vincere, com'è capitato con il campionato che, una volta, non vincevamo perché ci veniva impedito. Quando hai però imparato a vincerlo, dopo ti sembra meno difficile...”.

Parole sante, espresse con serenità a pochi giorni dalla delicata trasferta di Kiev. Se davvero questa Inter ha bisogno di imparare a vincere, è arrivato il momento di iniziare a farlo perché l’Europa non aspetta nessuno. Moratti ha inquadrato il problema, alla squadra non manca la personalità per fare bene anche in Champions League, perché pur essendo il valore degli avversari superiore rispetto all’Italia, la roa interista non ha nulla da invidiare a nessuno. Comprese le squadre che fanno bene in Europa ma poi in Italia, dove i valori sono inferiori, perdono un’infinita di punti per strada e alla fine non riescono neanche a leggere la targa di chi sta sempre davanti a loro…

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 30 ottobre 2009 alle 14:59
Autore: Fabio Costantino
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