Una società sana e vincente. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo per l’Inter che ha in mente Erick Thohir da quando ha accettato di diventarne azionista di maggioranza e presidente. Ambizioso, senza ombra di dubbio, e sicuramente innovativo nel mondo del calcio italiano, dove la gestione dei club generalmente esula dalle dinamiche tipiche di un’azienda tipica. Ebbene, il tycoon ha intenzione di guidare l’Inter proprio come ha fatto finora con le sue imprese, ovviamente considerando aspetti extra come la passione, i tifosi (non certo dei semplici consumatori), l’imprevedibilità del pallone che in quanto rotondo non può garantire previsioni affidabili nei risultati così come nei bilanci.
TAGLI E REVENUE - Questa in linea di massima la volontà di Thohir, che inizierà subito a prendere tutte le iniziative necessarie per sistemare il bilancio e impostare un futuro che assicuri equilibrio tra entrate e uscite. Primo passo, snellire la società modernizzandola, abbassando i costi di gestione e affidandosi a esperti di marketing che possano individuare le zone d’ombra e intervenire con opportuni accorgimenti. Il secondo passo, e di questo si occuperà più da vicino il patron indonesiano, dare il via a una serie di attività di branding per rafforzare un marchio, quello dell’Inter, già molto forte in Asia e potenzialmente in forte crescita negli Stati Uniti, dove il soccer sta acquisendo sempre maggiori consensi nonostante sia uno sport meno nobile di football, basket e baseball. Iniziative fondamentali per espandersi in nuovi mercati e aumentare considerevolmente le revenue, il tallone d’Achille della precedente gestione.
LO SCOSSONE DI GIUGNO - Prima di constatare i primi risultati però servirà pazienza, ed è per questo che la nuova proprietà dovrà intervenire sui costi gestionali attuali, che comprendono anche il monte ingaggi. Thohir sa bene che la voce stipendi pesa notevolmente sul bilancio dell’Inter e proseguirà sul percorso iniziato già da qualche anno, vale a dire l’abbattimento del monte ingaggi ma in modo meno traumatico (escluse le rescissioni o risoluzioni contrattuali). Finora il compito è stato svolto, tant’è che il totale degli stipendi nell’ultimo bilancio è sotto i 100 milioni di euro (95 milioni, terzo dietro Juventus e Milan). Ma a giugno ci sarà uno scossone in tal senso, che farà il gioco delle strategie di Thohir: tra scadenze di contratti e fine prestiti, la voce ingaggi peserà decisamente meno.
IL TESORETTO - Saranno infatti 10 i calciatori dell’Inter che ‘usciranno’ dalla rosa nerazzurra e porteranno con sé le proprie (ricche) mensilità. Nello specifico, andranno in scadenza Zanetti (3 milioni lordi), Milito (10), Chivu (4,4), Samuel (3), Castellazzi (1), Mariga (1,4) e Cambiasso (9), Mudingayi (2,2). Per fine prestito, potrebbero partire Wallace (1,2) e Rolando (2,2), anche se per il secondo si va verso un riscatto alla luce delle recenti prestazioni positive che hanno convinto Mazzarri. In totale, potenzialmente, 34 milioni di euro risparmiati rispetto all’attuale gestione, ma anche il possibile addio di giocatori importanti come Milito, Cambiassso, Zanetti e Samuel, che però a parte il Cuchu finora hanno influito ben poco sulle sorti della squadra. Proprio il numero 19 potrebbe essere l’unico a rimanere, firmando un rinnovo a cifre decisamente più basse, probabilmente un biennale. Gli altri, tra fine carriera e cambio di squadra, non dovrebbero rimanere in nerazzurro nella prossima stagione.
RITORNO ALLA BASE - Gli oltre 30 milioni che ridurranno notevolmente il monte ingaggi verranno impiegati per rinforzare la rosa abbassando anche l’età media. Questo è infatti uno dei principali obiettivi di Thohir, che vuole un’Inter più giovane e di prospettiva. Pertanto, i ‘buchi’ nel roster verranno colmati dal ritorno di alcuni giovani ex Primavera, attualmente in prestito altrove. Saranno loro le seconde linee della prossima Inter, a meno di non meritarsi un posto in prima squadra. Il presidente infatti non vuole che ci siano sbarramenti per questioni anagrafiche, si aspetta che i giovani crescano bene e che i più meritevoli abbiano la loro chance in prima squadra. Giocatori come Bardi, Duncan, Mbaye e Longo, pertanto, potrebbero recitare un ruolo significativo nella prossima Inter, partendo dalle retrovie per cercare di guadagnarsi col tempo un posto al sole. E il loro ritorno, considerati stipendi non certo milionari, permetterebbe alla dirigenza di investire solo una minima parte del budget ottenuto dalla scadenza dei contratti a giugno e di reinvestirlo in operazioni di mercato significative.
RIASSESTAMENTO - A prescindere da quanto avverrà a gennaio, con un mercato ‘intelligente’ e autofinanziato da alcune cessioni di giocatori non ritenuti indispensabili, a giugno l’intenzione di Thohir è rinforzare la rosa con un paio di innesti importanti che possano integrarsi bene con l’attuale ossatura. Nessuno stravolgimento, ma un miglioramento sensibile con innesti di qualità per i quali è previsto un investimento significativo. In pratica, sul modello di Bayern e Barcellona, si mantiene lo zoccolo duro di calciatori esperti (non a fine carriera però), si fanno crescere parallelamente i giovani provenienti dal vivaio e ogni anno si va sul mercato per rafforzare l’undici con due-tre titolari, non certo riserve, al fine di mantenere sempre alto il livello tecnico ed evitare gli sprechi finanziari. Saranno giocatori di primo livello, per cui si potranno fare anche investimenti importanti sui cartellini, ma non si sforerà il monte ingaggi (fissato intorno ai 3 milioni). Nel mercato estivo, dunque, in linea di massima l’Inter dovrebbe muoversi così: a giugni avverrà una sorta di riassestamento che darà il via al nuovo corso pluriennale, con obiettivo la finale Champions 2016.
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
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