Ottimo inizio per la nuova Inter targata Simone Inzaghi. Nel giorno del ritorno del pubblico al Meazza, la squadra ha onorato la prima uscita ufficiale con lo scudetto cucito sul petto, smentendo chi la considera in declino dopo un'estate di addii pesanti e con un enorme punto interrogativo in attacco. Certo, il Genoa è sembrato quasi uno sparring partner, però quanto messo in mostra dai nerazzurri lascia ben sperare. E la mano del nuovo allenatore, ingrediente che si aggiunge alla fiducia acquisita la scorsa stagione dallo zoccolo duro della rosa, promette di far divertire i tifosi.
CORSI E RICORSI - Era il 26 agosto 2019, quando Antonio Conte fece il suo esordio sulla panchina dell'Inter, a San Siro. Davanti il Lecce di Fabio Liverani. Come finì quella sera? come ieri: 4-0, tra squilli di tromba e un mare di entusiasmo. Coincidenza? Possibile. Tra l'altro, la seconda rete contro i salentini fu di un nuovo centrocampista, Stefano Sensi (Hakan, come te) e nel tabellino, con un gol a risultato acquisito, si iscrisse anche il tanto atteso nuovo numero 9, all'epoca Romelu Lukaku. E giusto last minute, anche Edin Dzeko contro il Genoa. Altre coincidenze? Possibile, ma cominciano a essere tante...
A PROPOSITO DI EDIN - A un certo punto sembrava che, inserendo Martin Satriano, Inzaghi volesse togliere dal campo il bosniaco. Legittimo, la stanchezza cominciava a reclamare attenzioni e la partita era ormai chiusa. Eppure da ex attaccante il nuovo tecnico nerazzurro sa bene cosa significhi per un collega presentarsi con la sua arte migliore (che poi, Dzeko ne avrebbe più d'una) al nuovo pubblico e forse istintivamente ha pensato fosse meglio lasciarlo ancora in campo. Mossa perfetta, perché sul bacino di Arturo Vidal l'ex centravanti della Roma ha messo di testa la sua firma personale. Guarda caso contro il Genoa, la sua preda preferita nelle 200 partite di Serie A messe a curriculum: 3 gol e 5 assist al Grifone. Quattro (gol) dopo ieri sera. Le statistiche non mentono.
CASANOGLU - Probabilmente ieri entrando in campo e accolto dal pubblico con grandi applausi, Hakan Calhanoglu avrà vissuto un'esperienza particolare. Quante volte lo ha fatto con la maglia rossonera addosso, con un pubblico diametralmente diverso. Eppure, scherzandoci su, ieri si è verificato un evento già accaduto 44 volte in passato: 'Milan in gol, assist di Calha'. Stavolta però il Milan è Skriniar, che da bravo corazziere è salito in cielo sfruttando centimetri e fisico e ha firmato il primo gol dell'Inter scudettata. Un pomeriggio da sogno per il turco, che quasi fatica nel post-gara a esprimere le sue emozioni, travolto da una timidezza che sul rettangolo di gioco si polverizza a suon di tocchi, finte, scatti e tiri in porta. Un assist e un gol (sarebbero stati due se Perisic fosse partito un secondo prima) e la sensazione di essere già padrone di casa. Nerazzurra, stavolta.
SU LA CRESTA! - Alzi la mano chi si sarebbe mai aspettato di vedere un Vidal così protagonista, seppur per meno di mezz'ora in campo. Il cileno, del quale si parla più come un indesiderato che come una risorse, ha mantenuto fede alla promessa fatta a sé stesso: vuole ancora essere importante per l'Inter. E contro il Genoa è passato dalle parole ai fatti: gol e assist, con contorno di grinta da vendere e fame di rivalsa. La sua cresta è spiccata sin dall'ingresso in campo e se Dzeko è andato a dormire più contento è anche merito suo. Il tutto, mentre l'amico e connazionale Alexis Sanchez non sa ancora che ne sarà di lui. A far svettare il vessillo cileno ha pensato Re Arturo.
CORSI E RICORSI - Era il 26 agosto 2019, quando Antonio Conte fece il suo esordio sulla panchina dell'Inter, a San Siro. Davanti il Lecce di Fabio Liverani. Come finì quella sera? come ieri: 4-0, tra squilli di tromba e un mare di entusiasmo. Coincidenza? Possibile. Tra l'altro, la seconda rete contro i salentini fu di un nuovo centrocampista, Stefano Sensi (Hakan, come te) e nel tabellino, con un gol a risultato acquisito, si iscrisse anche il tanto atteso nuovo numero 9, all'epoca Romelu Lukaku. E giusto last minute, anche Edin Dzeko contro il Genoa. Altre coincidenze? Possibile, ma cominciano a essere tante...
A PROPOSITO DI EDIN - A un certo punto sembrava che, inserendo Martin Satriano, Inzaghi volesse togliere dal campo il bosniaco. Legittimo, la stanchezza cominciava a reclamare attenzioni e la partita era ormai chiusa. Eppure da ex attaccante il nuovo tecnico nerazzurro sa bene cosa significhi per un collega presentarsi con la sua arte migliore (che poi, Dzeko ne avrebbe più d'una) al nuovo pubblico e forse istintivamente ha pensato fosse meglio lasciarlo ancora in campo. Mossa perfetta, perché sul bacino di Arturo Vidal l'ex centravanti della Roma ha messo di testa la sua firma personale. Guarda caso contro il Genoa, la sua preda preferita nelle 200 partite di Serie A messe a curriculum: 3 gol e 5 assist al Grifone. Quattro (gol) dopo ieri sera. Le statistiche non mentono.
CASANOGLU - Probabilmente ieri entrando in campo e accolto dal pubblico con grandi applausi, Hakan Calhanoglu avrà vissuto un'esperienza particolare. Quante volte lo ha fatto con la maglia rossonera addosso, con un pubblico diametralmente diverso. Eppure, scherzandoci su, ieri si è verificato un evento già accaduto 44 volte in passato: 'Milan in gol, assist di Calha'. Stavolta però il Milan è Skriniar, che da bravo corazziere è salito in cielo sfruttando centimetri e fisico e ha firmato il primo gol dell'Inter scudettata. Un pomeriggio da sogno per il turco, che quasi fatica nel post-gara a esprimere le sue emozioni, travolto da una timidezza che sul rettangolo di gioco si polverizza a suon di tocchi, finte, scatti e tiri in porta. Un assist e un gol (sarebbero stati due se Perisic fosse partito un secondo prima) e la sensazione di essere già padrone di casa. Nerazzurra, stavolta.
SU LA CRESTA! - Alzi la mano chi si sarebbe mai aspettato di vedere un Vidal così protagonista, seppur per meno di mezz'ora in campo. Il cileno, del quale si parla più come un indesiderato che come una risorse, ha mantenuto fede alla promessa fatta a sé stesso: vuole ancora essere importante per l'Inter. E contro il Genoa è passato dalle parole ai fatti: gol e assist, con contorno di grinta da vendere e fame di rivalsa. La sua cresta è spiccata sin dall'ingresso in campo e se Dzeko è andato a dormire più contento è anche merito suo. Il tutto, mentre l'amico e connazionale Alexis Sanchez non sa ancora che ne sarà di lui. A far svettare il vessillo cileno ha pensato Re Arturo.
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