Oggi la Gazzetta dello Sport prova a spiegare l'inversione di marcia dell'Inter che, con quella di Eindhoven, ha infilato 5 vittorie di fila tra campionato e Champions League dopo il rovescio interno con il Parma. E sono cinque (come le vittorie consecutive) le ragioni rintracciate per il filotto.

BIG - Il peso specifico dei big in campo s’è visto. S’è visto Mauro Icardi, la cartolina della Champions nerazzurra è tutta sua. Se e quando l’Inter passerà il girone, non ci sarà mai nessuno che non identificherà nel gioiello al Tottenham il gol che ha cambiato i destini europei nerazzurri. Destini che Radja Nainggolan ha ribaltato in Olanda, 90 km dalla sua Anversa. Il Ninja è la faccia dell’Inter, lui per caratteristiche più di ogni altro. Ma la svolta Spalletti l’ha avuta anche da Brozovic, che con il gol alla Samp ha dato continuità al successo contro il Tottenham. Il croato è ancora troppo altalenante nel rendimento, ma la sua centralità non è in discussione.

MODULO - Spalletti ha scelto un modulo fisso, il 4-2-3-1, «perché – ha spiegato – la squadra aveva bisogno di consolidare le sue certezze». È stato un passaggio decisivo. Stop all’alternanza tra difesa a tre e difesa a quattro, altalena di cui Spalletti aveva abusato nella fase iniziale della stagione. Il tecnico ha scelto la via che la squadra conosce meglio e non l’ha abbandonata neppure quando – contro il Tottenham, appunto – sulla fascia destra ha deciso di adattare Skriniar.

PERSONALITÀ - Un rimprovero più degli altri veniva riconosciuto all’Inter balbettante: la mancanza di personalità, la tendenza a non restare lucida a fronte di un episodio negativo. Ecco: la svolta è nella freddezza che ha portato alle rimonte con Tottenham e Psv, ma pure in quella che ha saputo tenere botta di fronte al pareggio e all’andatura sostenuta della Fiorentina, aspettando il momento giusto per colpire.

TURNOVER - Il turnover è come quell’esame che all’università rischia di risultare indigesto. All’Inter è stata invece la scorciatoia scelta da Spalletti per aumentare il livello di autostima del gruppo. Le esclusioni di Gagliardini e Dalbert dalla lista Champions, per quanto preparate durante l’estate con lunghi colloqui, qualche frizione l’avevano creata. L’uso limitato, in alcuni casi nullo, di alcuni giocatori ha poi via lasciato spazio a una piattaforma di lavoro più larga: tranne Ranocchia, Joao Mario e il secondo portiere Padelli, tutti sono stati chiamati in causa.

CONDIZIONE - Nainggolan è l’esempio più eclatante, la notte di Eindhoven ha lasciato negli occhi un Ninja atleticamente vicino al top. Ma il discorso è generale, va letto anche con i cambiamenti apportati da Spalletti rispetto alla scorsa stagione in tema di preparazione fisica. La squadra che un anno fa poté permettersi una partenza lanciata non è – non può essere – la stessa che ora invece deve gestire le risorse. Di certo c’è che l’Inter è a ottobre quello che raccontavano i pronostici di inizio stagione. Ancora in tempo per ragionare in grande.

VIDEO - NINJA-ICARDI, TRAMONTANA NON STA PIÙ... NELLA POSTAZIONE!

Sezione: Focus / Data: Ven 05 ottobre 2018 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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