Dopo la sosta, tirata fino alla fine del campionato senza più possibilità di riprendere fiato. Senza più coppe, l'Inter potrà concentrarsi esclusivamente sull'obiettivo principale della stagione, ossia centrare per il secondo anno consecutivo l'ingresso in Champions League. Un traguardo che confermerebbe la lenta, ma costante crescita del club nerazzurro. Un percorso scandito da alti e bassi, ma che oggettivamente può essere considerato adeguato all'attualità. In fondo, all'alba di questa stagione ci si aspettava proprio questo: ben figurare in Champions, palcoscenico dal quale l'Inter era assente da troppi anni, e confermarsi (magari migliorandosi) in Serie A. All'appello manca un tragitto più brillante in Coppa Italia, ma uscire ai calci di rigore contro la Lazio non è un disonore. Senza contare l'eliminazione dall'Europa League, arrivata in circostanze troppo particolari per poter essere giudicata correttamente.

Proprio la Lazio sarà il prossimo avversario dei nerazzurri in campionato. E proprio l'esito amaro del cammino europeo fa riflettere su quello che sarà il futuro. Un futuro molto diverso, senza più il fardello del settlement agreement e, quindi, senza nemmeno una limitazione sensibile della lista Uefa, dettaglio che ha condizionato e non poco la campagna europea di questa stagione. L'Inter, insomma, centrando l'approdo alla Champions League 2019/2020 potrebbe finalmente aprire un nuovo capitolo della sua storia. E stavolta non basterà più partecipare in maniera onorevole.

Dopo aver riassaporato l'aria buona dell'Europa che conta e aver ripreso confidenza con le posizioni di vertice in Italia, Suning avrà l'onere e l'onore di compiere il passo successivo, ossia allestire una rosa adeguata quantomeno per pensare di poter competere con chi al momento appare irraggiungibile. E se il cammino nelle coppe può essere condizionato da contingenze anche inaspettate, quello nei confini nazionali alla lunga premia sempre chi ha lavorato con intelligenza e lungimiranza. Per queste ragioni sulle spalle della dirigenza, e in particolare di Beppe Marotta e Piero Ausilio, peserà la responsabilità di sbagliare il meno possibile in sede di mercato.

Servirà fare il salto di qualità. Servirà gente che capisca il valore della maglia interista e che abbia lo spessore morale di reggere le pressioni che per forza di cose questo ambiente esercita. L'Inter ben presto dovrà smettere di accontentarsi di partecipare e dovrà tornare a riempire la bacheca. Concetti che andranno memorizzati prima di subito dai nuovi che arriveranno ad Appiano Gentile. Luciano Spalletti – piaccia o non piaccia – finora ha rispettato la tabella di marcia e una sua permanenza sarebbe tutt'altro che un'idea malsana. Ma è evidente che poi gli ingredienti per un menù ricco dovranno essere quelli giusti, e dunque che si portino a Milano giocatori di livello. Diego Godin è senz'altro uno di questi: qualità, esperienza, carattere e scorza dura. Poi vanno bene i giovani di belle speranze, vanno bene le scommesse, va bene tutto. Ma per rivedere un'Inter vincente e degna della sua storia ci vorranno altri Godin pure nelle altre zone del campo. Questa deve essere la mission principale: portare all'Inter gente da Inter.

VIDEO - "CABEZAZO" DI VECINO, URUGUAY AVANTI IN THAILANDIA

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 marzo 2019 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print