Il pareggio contro la Sampdoria a San Siro ha lasciato qualche strascico di delusione in casa nerazzurra, anche se l’idea che accomuna tutti è che è ancora presto per i bilanci. I giocatori sono consapevoli del fatto di aver perso punti importanti per strada finora, ma la convinzione è che questo sia frutto sia di un calo fisico sia di un modulo ancora da metabolizzare, così come i nuovi innesti che lentamente si stanno integrando al gruppo. Proprio in tema di novità tattiche, è ovvio che Rafa Benitez abbia apportato evidenti modifiche al gioco dell’Inter. Per quanto lo schieramento sia sempre il canonico 4-2-3-1, i movimenti dei giocatori hanno subito variazioni che oggi influiscono non poco sulla manovra, ma anche sulla tenuta fisica della squadra. Se Eto’o sta traendo solo giovamento dai cambiamenti tattici, due elementi indispensabili dello scacchiere nerazzurro evidenziano più degli altri qualche difficoltà a tornare ai livelli straordinari della scorsa stagione: Maicon e Sneijder.

Il brasiliano non viene supportato, ad oggi, da u’eccellente condizione fisica, ma quel che appare evidente, guardandolo giocare, è ancora qualche incomprensione con Biabiany, che nelle ultime partite ha giocato da esterno destro offensivo. Sembra che i due ancora non parlino la stessa lingua, pestandosi i piedi e limitandosi a fraseggi da breve distanza che però non smuovono il reparto difensivo avversario e non consentono di sviare i raddoppi di marcatura. È una complicità che va affinata con il gioco e gli allenamenti, senza dubbio, ma che purtroppo oggi pesa sul gioco di entrambi. La differenza è che Biabiany, essendo un volto nuovo, per giunta giovanissimo, viene ‘perdonato’, ma Maicon paga con qualche critica di troppo la nuova modalità tattica e c’è chi sostiene abbia la testa al contratto. Niente di più falso.

Come il brasiliano, anche Sneijder non sta agendo nella stessa posizione in cui Mourinho lo ha piazzato la scorsa stagione, traendo il massimo dal suo talento. I più attenti si saranno accorti che l’olandese, soprattutto nelle ultime uscite dell’Inter, sta giocando indietro rispetto al suo abituale raggio d’azione. In pratica, da trequartista Sneijder si sta reinventando playmaker. Non è un caso se una buonissima fetta dei palloni che la squadra gestisce in zona offensiva passino per i suoi piedi e sia proprio lui a dar vita alle iniziativa più insidiose, ma più a ridosso del centrocampo. ‘Colpa’ di una variazione tattica che permette agli esterni e a Eto’o di avere più spazio nella loro zona di competenza, ma anche e soprattutto delle defezioni a centrocampo che impongono a Benitez di spostare il centrocampista di Utrecht in una porzione di campo dove c’è bisogno di piedi buoni.

Da ispiratore delle punte a creatore di gioco, questa la metamorfosi a cui Sneijder si sta sottoponendo per il bene della squadra. Un sacrificio che l’olandese si sarebbe risparmiato volentieri, considerato quanto adori agire a ridosso delle punte (anche per andare al tiro più spesso) e quanta fatica gli costi arretrare il proprio bacino di gioco, rinunciando ai suoi plus e pagando con prestazioni giudicate inferiori al suo reale livello. Probabilmente, con il rientro di Stankovic i meccanismi nerazzurri si gioveranno di nuova linfa e Sneijder potrà tornare a fare la differenza nella trequarti avversaria, per il bene suo e dell’Inter.

 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 26 ottobre 2010 alle 09:49
Autore: Fabio Costantino
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