Salutato Ezequiel Lavezzi, prossimo a sbarcare a Parigi, e vista la strada tutta in salita per arrivare a Lucas, date le altissime richieste del San Paolo per il suo gioiello, in casa nerazzurra torna a sentirsi il nome di un calciatore molto apprezzato, ovvero Stevan Jovetic. La Fiorentina deve fare i conti con la voglia di cambiamento del montenegrino, teso alla ricerca di palcoscenici più scintillanti, quei palcoscenici che la Viola, in chiara fase di ricostruzione con l’arrivo di un tecnico giovane come Vincenzo Montella, di certo non può assicurargli.

L’intento dei Della Valle è quello di non cedere e magari investire Jo-Jo di un ruolo importante. Se cessione sarà, avverrà solo per cifre molto elevate. Non è un mistero che l’Inter segua il montenegrino da diverso tempo: già ai tempi di Roberto Mancini, Sinisa Mihajlovic, all’epoca allenatore in seconda, era rimasto affascinato da quel talento che a soli sedici anni aveva esordito nel campionato serbo con una maglia molto importante, quella del Partizan Belgrado. Gli 007 nerazzurri si attivarono da subito e le relazioni positive non tardarono ad arrivare. Ciò nonostante, Pantaleo Corvino fu molto lesto e anticipò i nerazzurri, portandolo nell'estate 2008 a Firenze.

Jovetic, sotto la guida attenta di Cesare Prandelli, diventa quel campioncino che ammiriamo oggi. Dopo una prima stagione di ambientamento (35 presenze e 2 gol), il montenegrino esplode nell’annata 2009/2010, venendo impiegato alle spalle della prima punta Gilardino. Regala lampi di classe e segna gol importanti in Champions League contro squadre del calibro di Liverpool e Bayern Monaco. Chiude la stagione con 37 presenze e 11 gol. Dopo un infortunio al ginocchio che lo tiene fuori per oltre un anno (salterà la stagione 2010/2011 per colpa del crociato anteriore), Jovetic torna e si rende protagonista, segnando 14 gol in 29 giornate nella stagione appena conclusa, migliorando quanto fatto due anni prima.

Numeri e curriculum importanti per un giocatore che sembra pronto al definitivo salto di qualità. Stramaccioni è alla ricerca di un uomo che possa garantirgli classe e imprevedibilità, un calciatore che possa adattarsi bene nei suoi schemi: nel 4-2-3-1, in un classico 4-3-3 oppure nel cosiddetto 'Albero di Natale'. Stevan è un giocatore molto duttile, impiegabile sia come seconda punta che come esterno offensivo. Il montenegrino ha trovato la sua consacrazione giocando più vicino alla porta e i suoi numeri realizzativi fanno da testimone. L’identikit tattico calza a pennello. Ora tocca alla società nerazzurra lavorare per regalarlo a Strama, consapevoli che non sarà facile, in virtù dei rapporti tesi tra Moratti e Della Valle e anche della concorrenza spietata di Napoli e Manchester City, che hanno intravisto le qualità di un talento pronto alla consacrazione definitiva.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 03 giugno 2012 alle 13:00
Autore: Alberto Casavecchia
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