Come l'anno scorso, più dell'anno scorso: l'Inter torna dal Dall'Ara con tre punti e tre gol (a uno). Stesso risultato nel match che vide l'esordio in panchina di Claudio Ranieri, ma di ben altro spessore e peso specifico per la classifica attuale e, perché no, per l'intera stagione. In attesa del posticipo tra Napoli e Chievo, i nerazzurri si piazzano solitari alle spalle di una Juventus ancora distante, ma solo perché a Catania favorita decisamente dalle decisioni degli ufficiali di gara.

BRIVIDI BAGNATI – Eppure a partire meglio sono i padroni di casa, spinti dalla voglia di fare risultato. L'Inter si piazza con un solido centrocampo a cinque, senza tridente pesante e senza trequartista. Tanta polpa in questa squadra, con Cambiasso, Mudingayi e Gargano a fare legna e non solo. Inizialmente, Nagatomo e Zanetti si tengono piuttosto bassi, quasi in linea con i tre centrali. Si rischia qualcosa con tiri da fuori e un'incursione di Gilardino sotto una pioggia battente.

IL BALZO DELLA RANOCCHIA – Ma l'Inter, di questi tempi, è un monolite. Stretto, serrato, impermeabile anche ai goccioloni emiliani. Il comparto difensivo creato da Stramaccioni regge l'urto e consente di superare anche i momenti delicati. Anzi, uno dei tre difensori si stacca dal suo ruolo e va a colpire in area avversaria. Andrea Ranocchia, dopo il palo con il Catania e quello sfiorato al minuto 22, trova l'inzuccata precisa e al 26' insacca il vantaggio.

RISSE E ROSSI – Dal gol dello 0-1, l'Inter gestisce egregiamente la sfera. Perché il Bologna appare spuntato con Gilardino e Gabbiadini mai pericolosi, mentre Diamanti è offuscato dall'ombra lunga di Mudingayi. Mossa saggia quella del buon Strama, che si conferma tecnico sagace in grado di prevedere e controbattere alle mosse dell'avversario. E pensare che qualcuno lo trattava da pivello non più di qualche settimana fa. Intanto la ripresa si apre nel segno dell'Inter, che va subito a segno con Milito e sembra chiudere i giochi. Il Bologna reagisce, la mette sulla rissa, trova il gol che dimezza lo svantaggio in mischia con Cherubin e crea le condizioni di ambientali che portano alle espulsioni di Baresi e Pioli. 

UNA TRENZA O UNA TRIVELLA? – A questo punto sale in cattedra Rodrigo Palacio. Il Trenza sembra una trivella per la difesa bolognese, perforata proprio al cuore. Dopo aver galoppato metri e metri per servire a Milito l'assist per del momentaneo 0-2, Rodrigo chiude uno scambio veloce in area felsinea e porge a Cambiasso un pallone con su scritto 'spingimi'. E' il punto dell'1-3, quello che dà il colpo di grazia alla formazione di casa. Una super-partita per l'ex Boca Juniors, che sta rispondendo sul campo a chi lo considerava un acquisto inutile o troppo costoso.

L'INTER CHE SARA' – La vera bellezza di questa Inter è l'impressione che ti lascia. Pur vincendo e convincendo, pur ricordando e snocciolando tutti i numeri e le statistiche favorevoli, sembra sempre che questa squadra possa crescere ancora di più, che sia un potenziale ancora non del tutto espresso. Qualche altra realtà italiana pare già essere giunta al top; la creatura di Stramaccioni, di Branca, di Ausilio e, ovviamente, di Moratti, certamente al top deve ancora arrivare. Basti pensare alle assenze pesanti di Sneijder, Stankovic e Chivu, all'adattamento al nuovo modulo di Guarin e Pereira, alla condizione crescente di Milito e Cassano, nonché alla continuità da trovare per i vari Coutinho e Alvarez. Strama si gode l'Inter attuale, pensando all'Inter che sarà.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 28 ottobre 2012 alle 21:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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