Per provare a capire qual è concretamente la situazione economica dell'Inter, nel corso del programma di Radio 24 'Tutti Convocati' interviene telefonicamente Ernesto Paolillo, l'ex ad del club nerazzurro. Che spiega quale idea si è fatto della situazione creatasi tra Massimo Moratti ed Erick Thohir: "Stando alla nuova legge sulle unioni civili, manca l'obbligo di fedeltà... Chi ha la maggioranza decide, e non è detto che le idee della maggioranza combacino con quelle della minoranza. Ma la minoranza va sfruttata pesantemente perché le idee vengono accettate, ma fra le parti c'è evidentemente poca comunicazione". Sulle dichiarazioni di Thohir relative ai suoi esborsi Paolillo aggiunge: "Ho la netta sensazione che ci sia una totale differenza di intenti; Moratti era ed è il primo tifoso dell'Inter e ciò che ha fatto lo ha fatto con passione al di là dei propri interessi, arrivando a capitalizzare la squadra per renderla grande e non guardando il profitto che poteva o doveva tirar fuori. L'importante era vincere e accontentare i tifosi con grandi giocatori e grandi allenatori. Thohir ha comperato l'Inter non con la stessa finalità; pensava che l'acquisto dell'Inter poteva rappresentare un grande business specie per il suo Paese. Ma i 264 milioni di tifosi vanno fatti rendere, magari organizzandoli come avviene al Barcellona o al Real Madrid".

Che voto darebbe Paolillo all'Inter di Thohir? La risposta è secca: "Io do un quattro all'imprenditore, e non può essere di più: non c'è stato equilibrio tra le spese, gli investimenti e i risultati. Non dimentichiamo che Thohir è un imprenditore e ha preso l'Inter a determinate condiizioni. Ma non si possono fare scelte manageriali che lasciano l'Inter fuori dalle dinamiche di Lega e della Figc e soprattutto dell'Uefa, con comportamenti che dimostravano come il FPF venisse snobbato per come si è speso, troppo e male. Pensiamo ai giocatori comprati e non utilizzati. Il richiamo dovrebbe essere servito ma dagli ultimi comportamenti pare non lo sia. Male anche la gestione del settore giovanile: i giovani vanno fatti crescere e poi vanno trovati sbocchi per farli crescere. Preferisco un accordo come quello Juve-Sassuolo a quello fatto col Prato. Da tifoso non ho visto risultati in questi due anni". Sul peso di Moratti nell'arrivo di Roberto Mancini: "Non so dire, di certo la stima di Moratti c'è e in quel momento Mancini rappresentava la soluzione migliore. Cosa farà Moratti a novembre? Non lo so, ma mi auguro, per l'affetto e la stima che ho per lui, che prenda in mano la società o lasci del tutto, perché restare in società senza contare non lo consiglierei a nessuno. Ma lui è un imprenditore accorto, non credo che la passione che ha lo porti a fare un passo come quello del ritorno". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 28 febbraio 2016 alle 17:53
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print