Torna a parlare Massimo Moratti e lo fa alla Gazzetta dello Sport, partendo dalla voglia di ribaltare l'1-3 subito a casa del Wolfsburg. Un'impresa possibile, secondo l'ex patron nerazzurro. "L'Inter può fare l'impresa. Gli uomini ci sono, molto dipende dal morale e a quello contribuiremo noi tutti, andando allo stadio giovedì. Dobbiamo crederci e avere fiducia. Nella storia, l'Inter ha già compiuto rimonte clamorose come con il Liverpool nella semifinale di Coppa Campioni del 1965 oppure con l'Aston Villa nel 1990 in Coppa Uefa, così come con lo Strasburgo nel 1997. L'Inter è capace di qualsiasi cosa per definizione. Basti pensare a quel 3-2 contro la Samp nel 2005 proprio con Mancini. Peccato non ci sia più uno come Recoba...".

Però, dopo l'1-1 col Cesena, le premesse non sono le migliori.
"Se ci si limita al primo tempo, decisamente non ci siamo. Ma nella ripresa la squadra ha saputo reagire. Anche se in difesa bisogna avere più sicurezza, meno paure. Ma dico anche che ogni partita è vita nuova e non bisogna mai rifarsi ai timori del passato".

Quindi più facile un 4-1 che un 2-0?
"Sono convinto che i ragazzi possano segnare diversi gol. La chiave sarà non prenderne più di uno".

Icardi e Palacio sono in forma.
"Sono felice per entrambi. Giovedì la squadra dovrà aggrapparsi a loro due".

Anche perché Podolski non ci sarà e Shaqiri rischia il forfait.
"Lo svizzero è fortissimo, ma credo che convenga ragionare e preparare la partita come se non ci fosse. Se poi dovesse recuperare, tanto meglio".

Toccherà a uno tra Hernanes e Kovacic.
"Entrambi hanno qualità per fare bene, ma quelli fondamentali rimangono Icardi e Palacio. E poi c'è Guarin, che è generosissimo. Il classico giocatore che spariglia. Magari sbaglia certi palloni, ma dà sempre la sensazione di poter segnare o far segnare".

E il Wolfsburg?
"Non mi sono certo sembrati imbattibili e i gol li hanno fatti su nostri errori, come avrebbe fatto chiunque. L'unica palla-gol che si sono costruiti l'hanno fallita nel recupero: speriamo sia un buon segno... Non è un avversario che ci deve spaventare e Mancini, preparando la gara, dovrà puntare su questo".

Quanto sarà importante l'effetto San Siro?
"Io ci sarà di sicuro. Uno stadio pieno farebbe la differenza. I tifosi darebbero quella prova di fiducia di cui ha bisogno la squadra. Serviranno cuore, tecnica e fortuna. Ma credo che la chiave sarà la componente emotiva. E un Meazza pieno darebbe la carica a tutti".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 17 marzo 2015 alle 08:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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