Prima di lasciare il ritiro della Nazionale argentina per recarsi a Milano, dove sarà controllato dallo staff medico dell'Inter per valutare le sue condizioni in vista della ripresa del campionato e dell'avvio della Champions, Lautaro Martinez ha rilasciato un'intervista al quotidiano argentino Clarin nella quale parla a 360° della sua vita da calciatore. Ecco alcuni stralci, partendo ovviamente dai fatti attuali: "E' ancora difficile accettare il fatto di dover andare via, perché ero molto contento di poter disputare queste partite con la Nazionale; è una grande sfida per tutti, con questo nuovo staff tecnico che è venuto a dare una mano e con questo nuovo gruppo. Era una cosa importante per me, però i medici e lo staff tecnico hanno deciso che non avrei giocato a causa del mio fastidio al polpaccio sinistro. Non ero al cento per cento e per non rischiare nulla abbiamo deciso di prendere una pausa. Continuerò a curarmi e cercherò di recuperare nel miglior modo possibile".

Cosa significa indossare la maglia dell'Argentina?
"Molto. Ho giocato nelle selezioni giovanili ed è qualcosa di meraviglioso. Ogni giocatore lo sogna. In seguito, raggiungere la Nazionale maggiore è una sfida, un obiettivo ancora più grande. È stata una grande felicità essere tornati. Ora penso a recuperare per ritornare. Questo è il prossimo obiettivo che ho: lavorare nel club, recuperare dall'infortunio e rispondere alla prossima convocazione".

Hai detto che con Messi vicino ti stancheresti di fare gol. Hai un conto in sospeso?
"Quella frase è stata un po' travisata. L'ho detto pensando alla classe del giocatore. Si sa che chiunque giochi vicino a lui finisce col migliorare e segnare tantissimo. Avevo detto quella frase con quella intenzione. Il conto in sospeso è condividere una partita con Messi in campo. E' un obiettivo per me giocare al fianco di un grandissimo come lui".

A quale attaccante fai riferimento: Falcao, Suarez o Icardi?
"Ho sempre detto di ammirare Falcao sin da ragazzino. Mi identifico in lui per il modo di giocare e le caratteristiche. Con Icardi sto imparando molto in Italia, perché è lì da molto tempo e mi sta dando una grandissima mano. E di questo gliene sarò sempre grato".

Siete amici anche fuori dal terreno di gioco?
"Sì, passiamo molto tempo insieme anche al di là di quello che facciamo nel club. Condividiamo tante chiacchierate e cene, mi sta aiutando tantissimo in questi primi mesi a Milano ed è per questo che si è creata una buona relazione. Sono molto grato per le cose nelle quali mi ha aiutato".

Che tipo è Mauro?
"E' uno che dà il 100% per un compagno. E' una cosa che ho vissuto e visto dentro lo spogliatoio. Si mette sempre a disposizione per dare una mano a qualunque nuovo giocatore. Come calciatore non c'è molto da dire, è sotto gli occhi di tutti come sia un attaccante potente, che salta i due centrali. Questo è molto importante per ricevere la palla alle sue spalle". 

L'Inter non ha iniziato bene poi ha vinto l'ultima partita. Quali sono le tue aspettative?
"Siamo una squadra nuova, con tantissimi nuovi innesti. Ci stiamo conoscendo e stiamo assimilando le idee di Luciano Spalletti per portarle in campo. Forse ci manca ancora il poterle esprimere nei 90 minuti, ma ci stiamo lavorando. In Champions avremo partite molto belle con Barcellona, Tottenham e Psv Eindhoven. Vogliamo dare il meglio per fare la storia".

Ti entusiasma giocare questa competizione?
"Senza dubbio. Tutti vedono il nostro girone come il gruppo della morte, però bisogna lavorare, allenarsi, dare il meglio e cercare di fare la storia. E' un torneo che l'Inter non gioca da tanto tempo e ora sta costruendo un gruppo importante per questo obiettivo".

Hai mai pensato a quanto è cambiata la tua vita in questo anno?
"Tantissime volte. Da quando sono arrivato al Racing è successo tutto velocemente: dalle giovanili sono arrivato all'Inter e alla Nazionale maggiore. Nel mezzo tanti infortuni, tra cui quello più grave, la frattura al quinto metatarso rimediata nell'Under 20. Cose che in principio mi han fatto male ma che poi ho superato con l'aiuto della mia famiglia. Lo dico sempre perché loro mi sono sempre vicini. Cerco di vivere il presente, di non andare troppo in là, ponendomi però obiettivi a breve termine perché sono quelli da raggiungere più facilmente". 

A proposito di Javier Zanetti:
"Mi ha aiutato, così come Icardi, sin dai primi giorni della mia esperienza a Milano. Anche adesso si interessa molto relativamente al mio infortunio".

Martinez parla anche del connazionale Facundo Colidio:
"L'ho conosciuto quando sono arrivato a Milano, perché è più piccolo di me e giocava nel Boca Juniors. E' una persona molto allegra, che si allena con impegno. E' rimasto poco in prima squadra per la preparazione, ora è tornato con la Primavera; ma condividiamo chiacchiere e mate. E' davvero un ragazzo eccellente".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 10 settembre 2018 alle 12:37
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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