Dopo un primo assaggio di Serie A tra alti e bassi, questa per Lautaro Martinez deve essere la stagione della consacrazione. Intorno al Toro, che in Nazionale ha già ottenuto l'etichetta di intoccabile, c'è grande fiducia anche nell'ambiente nerazzurro, soprattutto perché sotto la gestione di Antonio Conte c'è la convinzione che l'attaccante di Bahia Blanca possa davvero esplodere. Per caratteristiche, personalità e attitudine, infatti, è il perfetto centravanti nella filosofia dell'allenatore leccese che sin dall'inizio, complice anche il ritardo di condizione di Alexis Sanchez, ha fortemente puntato su di lui al fianco di Romelu Lukaku. Cercando di risolvere la contraddizione tattica che vede entrambi come prime punte e, di conseguenza, schiavi di movimenti istintivamente simili.

SCELTE RIVEDIBILI - Sull'affiatamento della coppia c'è ancora molto da lavorare, ad oggi però il bilancio personale di Martinez non invita a stappare bottiglie. Cinque volte titolare su 7 gare ufficiali finora, sempre e comunque coinvolto anche per scampoli di gara, l'ex Racing ha collezionato appena una rete (a Cagliari) e tante, troppe occasioni da gol sprecate. L'apice probabilmente nelle ultime due presenze, contro la Lazio e a Genova contro la Sampdoria, quando pur creando i presupposti per andare a segno il Toro ha perso lucidità e ha sprecato, anche a causa di scelte concettualmente errate per un centravanti. Molto bene fino al momento di colpire, insomma, perché la cattiveria con cui attacca la porta è quella giusta.

COME UN TORO DI FRONTE AL ROSSO - Lautaro gioca a tutto campo, si muove e non dà punti di riferimento, arretra per fare da sponda e cerca la profondità. Insomma, a livello di movimenti fa tutto ciò che gli viene chiesto, o quanto meno ci prova adattandosi anche al ruolo di seconda punta. Ma la foga e la grinta che getta nella mischia, oltre a fruttargli cartellini gialli (3 finora, troppi per un attaccante), gli fanno perdere lucidità nel momento cruciale con conseguenze negative anche sul bilancio della squadra. Si pensi per esempio all'errore in avvio di ripresa contro la Sampdoria, che nel prosieguo ha portato alla seconda ammonizione di Sanchez e a una ripresa di Inter ridotta in dieci uomini. In altre parole, quando vede l'occasione da gol Martinez tende, come un toro di fronte al colore rosso, ad abbassare la testa e disconnettersi. Un limite da superare al più presto.

SEMPRE (MAI TOTALMENTE) COINVOLTO - C'è dunque ancora molto da lavorare, perché al di là di qualche tifoso interista che tende a mugugnare per le opportunità sprecate finora e non lo ritiene all'altezza di una grande squadra, il club nerazzurro ha molta fiducia nelle capacità e nella professionalità di Lautaro, al punto da fissare l'appuntamento per il prolungamento del contratto a cifre più coerenti, magari eliminando la clausola di rescissione fissata a 111 milioni di euro. Allo stesso modo Conte, che ha quasi sempre puntato su di lui nell'undici titolare (e probabilmente, assente Lukaku, lo farà anche domani sera a Barcellona), è consapevole di quanta strada serva ancora per completare il processo di maturazione. Non è un caso infatti se finora gli ha concesso una media di 56,5 minuti in campo (mai 90 minuti completi), perché la fiducia non è cieca e va anche meritata sia in settimana sia nel corso della gara. L'allenatore leccese però ama queste sfide ed è pronto a formare un attaccante di livello internazionale per il presente e per il futuro dell'Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 01 ottobre 2019 alle 21:51
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print