Julio Cesar 8 – Nel primo tempo deve semplicemente allungare la mano per opporsi a una deviazione sotto porta di Pato, anche perché il Milan non lo infastidisce più di tanto. Nella ripresa, però, si erge ad assoluto protagonista, soprattutto quando i rossoneri accorciano le distanze e riprendono coraggio. Il portiere brasiliano nega loro il pareggio salvando due volte su Inzaghi e una volta su Pato, dimostrando che in questo momento tra i colleghi non gli è superiore nessuno.

Maicon 7,5 – Miracolo a Milano. Venerdì mattina il brasiliano si contorceva dal dolore fisico e morale, quasi rassegnato a perdere il derby e, per qualcuno, anche la sfida contro il Manchester United. Invece il giorno dopo eccolo protagonista di un recupero clamoroso, che gli ha permesso di giocare tutti i 95 minuti della stracittadina. Come se non bastasse, Maicon sfodera l’ennesima prestazione maiuscola, asfaltando il povero Jankulovski e continuando a correre anche quando i compagni non ne avevano più. L’assist per il vantaggio di Adriano è un gioiello tutto suo. È lui oggi il simbolo dell’Inter.

Samuel 7 – Gioca un primo tempo strepitoso: anticipi puntuali, interventi risolutori e la chicca del salvataggio su Pato dopo che il papero aveva già superato Julio Cesar. Nel secondo tempo si fa subito ammonire per un’entrata inspiegabile a centrocampo sull’attaccante brasiliano e da quel momento si limita all’ordinaria amministrazione. Efficace fino in fondo.

Chivu 7,5 – Monumetale. A memoria non lo abbiamo mai visto giocare così da centrale. Mette da parte la sua proverbiale classe e punta sull’efficienza. Ogni pallone che circola nella sua zona viene rispedito al mittente, ma il romeno è decisivo anche quando oppone il corpo su conclusioni milanista ravvicinate (vedi Seedorf nel primo tempo). Un baluardo insuperabile, di quelli che Galliani cerca ormai da anni…

Santon 6 – Il suo primo derby è un battesimo di fuoco. Il ragazzo vive un quarto d’ora da incubo nel primo tempo, quando Ancelotti gli mette contro, a turno (e a volte in coppia), i vari Zambrotta, Beckham e Pato. Santon sbanda terribilmente e consente agli avversari di andare sul fondo e crossare, ma poi i compagni gli danno una mano e lui riacquista sicurezza. Buon secondo tempo, spreca pochi palloni. Gli auguriamo che sia solo il primo di una lunga serie di derby.

Zanetti 6,5 –. È alla stracittadina numero 35, un numero che la dice lunga sulla sua esperienza nerazzurra. Che sia colui che meglio rappresenta i valori dell’Inter in questo genere di appuntamenti non è un aspetto figlio della sua fedeltà, quanto soprattutto delle sue prestazioni. Il trattore corre a tutto campo, evidenziando una condizione fisica che molti avversari più giovani possono solo invidiargli. Non solo. Dà una mano importante al connazionale Cambiasso e contribuisce al serrate le fila degli ultimi 20 minuti.

Cambiasso 7 – Un muro davanti alla difesa. Gioca un primo tempo esemplare, non concede un centimetro all’avversario di turno e si fa apprezzare quando, più di una volta, sradica il pallone dai piedi di Ronaldinho, che inutilmente cerca di nasconderglielo con un mix di finte da capogiro. È l’emblema dell’Inter operaia, quella che suda, che difende e riparte senza guardare chi ha di fronte. Difficile trovare, in questo momento, un miglior interprete del suo ruolo.

Muntari 6,5 – Non è appariscente come potrebbe. La sua prova è altalenante, soprattutto in certi frangenti quando lascia troppo spazio all’avversario nella sua zona di competenza. Ma il ghanese ha il merito di tenere la palla incollata al piede (sinistro) quando se ne sente la necessità e i suoi inserimenti in attacco, seppure poco assecondati dai compagni, hanno il merito di aprire preziosi spazi agli attaccanti nerazzurri. Potrebbe timbrare il cartellino con un gol, ma la mira non gli è amica (dall’88’ Maxwell, s.v.).

Stankovic 7,5 – Sarebbe da prendere a sberle per l’errore sotto porta sullo 0-0. Un controllo macchinoso e il colpevole ritardo nella conclusione che hanno costretto i tifosi dell’Inter a mettersi le mani nei capelli dopo averle levate al cielo in segno di festa. Però il serbo è un campione vero, che non si abbatte per una scelleratezza e riprende a fare il suo dovere. Per questo la sorte gli sorride, mettendolo in condizione di battere Abbiati sfruttando alla grande la preziosa sponda di Ibrahimovic e un tempismo nell’inserimento che ha pochi eguali. Per il resto, partita generosissima, inseguendo il pallone come un forsennato, finché non entra in riserva. L’ovazione al momento della sostituzione è il simbolo del rispetto e dell’affetto che il popolo interista gli deve (dall’83’ Burdisso, s.v.).

Ibrahimovic 6,5 – Riesce a essere determinante anche in una serata con la luna storta. Il genio fatica a entrare in partita, anche perché gli avversari gli concedono poco spazio. E quando questo non avviene, perde troppo tempo a pensare a qualcosa di stupefacente piuttosto che a mettere in pratica la giocata più semplice ed efficace. Alcune sue aperture ai compagni sono però da museo dell’arte moderna, mentre la sponda per il gol di Stankovic è concretezza allo stato puro. Abbiati gli nega il gol del possibile 3-0, sarebbe stata la ciliegina sulla torta che avrebbe sollevato i compagni da un finale sofferente.

Adriano 7 – L’impegno non gli manca, come sempre nelle ultime uscite. Stavolta però a questo aggiunge alcune giocate preziose, soprattutto quando arriva il momento di far salire la squadra e proteggere il possesso del pallone. Il colpo di testa-mano con cui sblocca il risultato è un premio alla sua perseveranza e al suo senso di posizionamento, peccato che in avvio di ripresa mandi fuori un tiro che aveva il diritto di gonfiare la rete. Spettacolare uno spunto sulla sinistra lasciando il povero Maldini a guardargli il numero di targa. Peccato che Abbiati sia più lucido del capitano rossonero e gli dica di no (dall’80’ Vieira, s.v.).

All. Mourinho 7 – Interpreta la sfida alla perfezione, caricando i suoi ragazzi nel modo giusto, senza per questo creare un clima di isterismo. È consapevole del valore di questa partita ma non dà mai l’idea che sia determinante, per togliere pressione alla squadra. Una strategia che paga, se è vero che l’Inter affronta il Milan con la stessa intensità di una partita qualsiasi, consapevole di essere più forte. In campo, poi, sceglie benissimo la coppia di centrali e sviluppa una tattica delle ripartenze che meriterebbe risultati più corposi. Questa Inter che vola in classifica e, probabilmente, chiude il discorso scudetto alla quinta giornata di ritorno, è davvero speciale. Come il suo allenatore.

MILAN: Abbiati 7; Zambrotta 6; Maldini 5,5; Kaladze 4,5 (dal 77’ Senderos s.v.); Beckham 5,5 (dal 57’ Inzaghi 6,5); Pirlo 6; Ambrosini 6; Seedorf 6; Ronaldinho 7; Pato 6. All. Ancelotti 6

Arbitro Rosetti 5
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 febbraio 2009 alle 11:02
Autore: Fabio Costantino
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