Con l’incognita della fine di questa stagione che incombe sulle sorti del calcio mondiale, l’Inter ha probabilmente già cominciato le manovre per farsi trovare pronta ai blocchi di partenza dell’annata 2020/21, quando verosimilmente in tutto il mondo la normalità sarà ristabilita. Abbiamo già parlato dell’eventualità in cui Lautaro Martinez possa lasciare Milano quest’estate, ma non va dimenticato l’apporto di un reparto come il centrocampo nell’economia del gioco di Conte. In questa stagione, i gol dei centrocampisti si sono moltiplicati grazie a un sistema innovativo, una partecipazione massiva degli attaccanti nella manovra e - soprattutto - un aumento generale della qualità in mezzo al campo.
Barella e Sensi sono stati un upgrade immediato, mentre giocatori come Vecino e Gagliardini sono ancora alla ricerca di una continuità che non sono riusciti a garantire durante la loro esperienza a Milano. In questo momento, l’Inter ha due certezze: una si chiama Marcelo Brozovic, la mente di questa squadra. Quando Brozo è in partita, l’Inter se la gioca contro chiunque perché vuol dire che la squadra gira. L’altra certezza è che si farà tutto il possibile per far entrare nella realtà nerazzurra Christian Eriksen, una delle punte di diamante della rosa che deve aiutare i compagni a ribaltare lo status quo della Serie A.
I PROGRESSI - Partiamo dai fatti: Brozovic si è confermato un giocatore di livello totale anche sotto il regime Conte. Più volte lo stesso tecnico nerazzurro ha parlato di un’Inter con “Brozo e altri dieci”. Dopo anni di assestamento, il centrocampista croato si è stabilizzato e sta per entrare nel prime della carriera. Conte conta su di lui per azionare i meccanismi dell’Inter 2.0: attorno a lui lavorerà sicuramente Niccolò Barella, una delle sorprese di questa stagione. Che fosse un potenziale fuoriclasse era risaputo, sul fatto che potesse avere quest’impatto alla prima stagione c’era più di un dubbio. Dopo un mese di assestamento, Barella si è preso l’Inter. E se ci sono alcuni aspetti del gioco in cui eccelle, sa perfettamente dove lavorare: ha cominciato a farsi vedere più spesso in area di rigore, deve diventare più cattivo sottoporta. E, ovviamente, prendere meno cartellini gialli che spesso ne condizionano le partite.
SENSI SPOSTATO - Anche di Stefano Sensi si è parlato moltissimo. In un primo momento della stagione come di un iniziato al gioco, mentre quando gli infortuni lo hanno tenuto lontano dal campo per un qualcosa come cinque mesi i sussurri su di una sua fragilità si sono fatti sempre più insistenti, tanto da mettere in discussione (per l’opinione pubblica, perlomeno) il riscatto da Sassuolo che a gennaio sembrava cosa fatta. L’Inter con Sensi ha giocato il miglior calcio della stagione, period. Poi le cose sono cambiate e adesso ci sono nuovi scenari in cui il talento di Sensi dovrà trovare il proprio spazio vicino alla classe di Eriksen: quale sarà il suo futuro?
Sul riscatto, a quelle cifre, non ci sono in realtà troppe perplessità. Ma con l’affollarsi del centrocampo, in previsione anche dei nuovi arrivi nella prossima sessione di mercato (in qualunque momento essa sarà), possiamo immaginarci Sensi in un’altra posizione rispetto a quella dietro le punte dove ha incantato nel suo primo mese e mezzo in nerazzurro? Probabilmente sì, perché l’idea di Conte di utilizzarlo come vice Brozo non è mai del tutto scomparsa. Con il probabile addio di Borja Valero a fine stagione, questo scenario diventa sempre più concreto. Potremmo assistere ad una doppia versione di Sensi, con e senza Eriksen. L’ex Sassuolo ha dimostrato non solo di poter finalizzare la manovra, ma anche farla cominciare.
L’INCOGNITA - Veniamo alla grossa “X” che caratterizza da anni ogni mercato dell’Inter. Sono infatti almeno due stagioni che si rincorre il grosso nome a centrocampo. L’arrivo di Eriksen, come ripetuto fino alla nausea, aggiunge un tassello prezioso allo scacchiere di Conte ma sappiamo che per alzare ulteriormente il livello è necessario l’innesto di un ulteriore ingranaggio capace di far saltare il banco e di rimpolpare una rosa che si è trovata troppo spesso a corto di ricambi lì in mezzo. I nomi sono sempre i soliti: c’è chi parla di Vidal, chi di Milinkovic Savic, chi di Rakitic o, ancora, Tonali. La verità è che all’Inter non serve un fuoriclasse fine a se stesso, ma un giocatore in grado di amalgamarsi al resto della rosa, di sposare le idee di Conte e di avere un impatto immediato sulla squadra. Ovviamente parliamo di ipotesi, in quanto il puzzle del mercato interista deve ancora completarsi: ovvio che con le cessioni di Icardi, Perisic e Joao Mario il gruzzolo intascato permetterebbe un colpo importante. In questo senso, come mix di esperienza, conoscenza del calcio italiano e futuribilità, Milinkovic-Savic sembra il profilo perfetto (ed estremamente costoso) da aggiungere alla miscela contiana.
È stato accostato al Manchester United e al Real Madrid, ma non se n'è mai fatto niente. Lotito ha sempre parlato chiaro, vuole un gruzzolo importante per lasciar partire uno dei suoi tenori. Niente maxi scambi, niente magheggi finanziari. C'è da fare un'offerta rilevante, a cui nel caso abbinare qualche pedina. Le trattative per Hernanes dovrebbero ricordare qualcosa ai tifosi interisti di quanto è dura strappare un gioiello alla corte di Lotito. Si sa che Marotta è a caccia di SMS già dai tempi della Juventus e ad un'occhiata approfondita sulla sua crescita stagionale sembrerebbe il perfetto ingranaggio nel gioco di Conte.
Ad una classe e un fisico fuori dal comune, Milinkovic-Savic ha saputo abbinare un miglioramento costante grazie anche alle mani di Inzaghi che hanno plasmato in poche stagioni uno dei centrocampisti più interessanti del panorama mondiale. Savic ha migliorato il gioco spalle alla porta ed è in grado di inserirsi fra le linee seguendo il gioco anche da lontano, due caratteristiche importantissime per un giocatore del sistema modulare di Conte. Sulle sue abilità di passatore e finalizzatore, ci sono decine di tape su Youtube che testimoniano l'appartenenza all'elite. Il prezzo lo fa il mercato ovviamente. E ci stiamo dimenticando del non piccolo dettaglio riguardante la Lazio: Lotito è costretto a vendere, quindi stiamo parlando di fantasie, per ora. Ma se tutti gli astri si allineassero, l'Inter dovrebbe provare il tutto e per tutto: gli acquisti di Lukaku ed Eriksen sono stati un segnale al calcio europeo, il rinnovo di Skriniar e il lavoro ai fianchi per non cedere Lautaro un consolidamento della squadra. Mancherebbe la ciliegina, per provare l'assalto decisivo all'establishment calcistico. Che un SMS possa cambiare il futuro?
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Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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