Tanto tuonò, che piovve. Sotto il diluvio del cielo di Catania, l’Inter torna ad assaporare l’amaro gusto della sconfitta, al termine di un match che a metà del secondo tempo sembrava saldamente nelle sue mani, grazie alla rete di Milito che doveva semplicemente essere difesa. Invece una distrazione difensiva e due minuti disastrosi di Muntari consegnano a Mihajlovic una clamorosa e inaspettata vittoria per 2-1. K.o. da matita rossa per i nerazzurri, che rilanciano ulteriormente le quotazioni delle inseguitrici, ormai con la chance di trovarsi a un tiro di schioppo dalla capolista. Psicologicamente, inutile nasconderlo, questo risultato potrebbe persino influire sull’impegno di Champions di martedì a Londra. La speranza è che non sia così.

Cordoba o Santon? Mourinho alla fine si affida alla certezza Zanetti, e lascia il posto del capitano a centrocampo a Mariga. Nessuna novità per il resto della formazione nerazzurra, con Lucio al fianco di Materazzi davanti a Julio Cesar. Tridente Mascara-Lopez-Martinez confermato per Mihajlovic. A Catania piove ma l’entusiasmo del pubblico etnei scalda l’ambiente. I rossoazzurri vengono da 237 minuti di imbattibilità della propria porta al Massimino, pessimo dato considerando la sterilità offensiva dell’Inter manifestata nelle ultime settimane. L’avvio vede i padroni di casa molto in palla, bravi a coprirsi e a ripartire, tant’è che la prima occasione, clamorosa, capita al 12’ sul sinistro di Ricchiuti, libero davanti a Julio Cesar ma frenato dall’intervento del portiere brasiliano. Il parapiglia che si genera nel cuore dell’area piccola nerazzurra viene poi risolto da un sinistro alto di Capuano. Ma la difesa interista non brilla certo per puntualità nella fattispecie. L’Inter soffre la pressione alta degli etnei, bravissimi a imbrigliare Sneijder (Biagianti non lo molla un istante) e a fare muro negli ultimi 20 metri.

Non è una coincidenza se i nerazzurri cercano la porta solo con i tiri da fuori di Eto’o (20’, fuori), Mariga (28’, para Andujar) e Sneijder (34’, bella respinta in tuffo dell’estremo difensore argentino). Milito non trova spazi e sembra in debito d’ossigeno, Eto’o invece sembra muoversi senza particolare cognizione di causa. Il finale porta un nome: Ricchiuti. L’ex Rimini sfiora l’incrocio dei pali dopo essersi preparato bene il destro, poi costringe Lucio al disperato salvataggio in un’azione fotocopia a quella avuta al 12’. Ennesimo scricchiolio di una difesa, quella nerazzurra, che non sembra così in serata. Nel complesso, primo tempo al piccolo trotto per la capolista, che conferma difficoltà a trovare la porta avversaria, con Mourinho costretto a guardare nel gabbiotto della tribuna del Massimino.

Cambio a sorpresa nel secondo tempo: per dare più imprevedibilità all’attacco nerazzurro, Baresi (Mou) sostituisce Mariga (di certo il migliore dei suoi) con Quaresma: l’Inter si presenta in campo con un 4-2-3-1 decisamente più offensivo. La mossa si rivela azzeccata, perché gli ospiti si rendono più intraprendenti, anche se non c’è lo zampino del Trivela nell’azione che al 53’ li porta in vantaggio: lancio millimetrico di Sneijder per Eto’o che riceve sul filo del fuorigioco e, rinunciando alla conclusione serve a Milito un cioccolatino da scartare a porta vuota. Una rete quasi inattesa, frutto della generosità del camerunense. Per il Principe è il centro numero 16 in campionato. Il Catania accusa il colpo e rischia di rimediare la seconda bastonata poco dopo, ma il sinistro di Sneijder, a coronamento di una bella ripartenza, muore sull’esterno della rete. Il match si scalda, soprattutto perché i rossoazzurri non accettano di perdere e reagiscono con una punizione di Mascara, a lato per una questione di centimetri, un po’ come il destro di Maicon al 64’.

Il vantaggio consente ai nerazzurri di gestire il pallone senza troppi patemi, complice anche la stanchezza degli uomini di Mihajlovic, che però al 73’ trovano il pareggio: palla bassa di Alvarez da destra e piattone destro di Maxi Lopez che brucia Materazzi e supera Julio Cesar, per il tripudio del Massimino. Pesa, è il caso di ribadirlo, un piazzamento da censurare della difesa ospite, pessima annotazione in vista della trasferta dello Stamford Bridge. Mourinho vuole vincere la partita e toglie Stankovic, inserendo un’altra punta, Pandev, a costo di rischiare sui contropiede etnei. In mezzo serve però freschezza e Muntari viene inserito a posto di Cambiasso: al ghanese bastano 10 secondi per farsi ammonire dopo un’entrataccia su Martinez. Inspiegabile. Non quanto il secondo giallo, per il bracciosulla barriera (come Balotelli a Udine), che costa l’espulsione a Muntari e il rigore in favore del Catania: cucchiaio e Catania in vantaggio (81’), con un uomo in più. In pratica, un tracollo nerazzurro, con il ghanese protagonista di uno scellerato finale. Con l’Inter totalmente sbilanciata, è Martinez ad arrotondare il punteggio bruciando Lucio sulla linea di fondo e superando agevolmente Julio Cesar. Un 3-1 che punisce oltre modo i nerazzurri, ma che è frutto di una meravigliosa prestazione degli etnei, bravi a punire le enormi lacune di una squadra, quella di Mourinho, irriconoscibile.
 

CATANIA-INTER 3-1
Marcatori: 9' st Milito, 29' st Maxi Lopez, 36' st rig. Mascara, 45' st Martinez

CATANIA: 21 Andujar; 22 Alvarez, 23 Terlizzi, 6 Silvestre, 33 Capuano (43' st 2 Potenza); 19 Ricchiuti (31' st 4 Delvecchio), 27 Biagianti, 13 Izco; 25 Martinez, 11 Maxi Lopez (5 Carboni), 7 Mascara.

A disposizione: 30 Campagnolo, 8 Ledesma, 15 Morimoto, 18 Augustyn;

Allenatore: Sinisa Mihajlovic.

INTER: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 23 Materazzi, 4 Zanetti; 5 Stankovic (32' st 27 Pandev), 19 Cambiasso (34' st 11 Muntari), 17 Mariga (1' st 7 Quaresma); 10 Sneijder; 22 Milito, 9 Eto'o.

A disposizione: 1 Toldo, 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 15 Krhin.

Allenatore: José Mourinho.

Arbitro: Paolo Valeri (sez.arbitrale di Roma).
Note. Ammoniti: 24' Biagianti, 45' Zanetti, 6' Stankovic, 31' st Martinez, 34' e 36' st Muntari. Espulsi: 36' Muntari. Tempi supplementari: 1'-4'

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 12 marzo 2010 alle 22:35
Autore: Fabio Costantino
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