"Lo abbiamo ceduto non per soldi ma perché non ci piaceva. Con lui abbiamo preso tanti gol, per questo lo abbiamo dato all'Inter". Suonano tanto come 'Caro Moratti ti ho rifilato un bel pacco' le parole di ieri di Maurizio Zamparini che ha apostrofato così la cessione di Matias Silvestre, difensore centrale argentino rilevato dall'Inter con la formula del prestito col diritto di riscatto in estate, e autore di prestazioni non certo brillantissime (è giusto ammetterlo) in questo inizio di stagione. Se Zamparini vede la sua cessione come una liberazione, all'Inter chiaramente non sono d'accordo, convinti delle qualità di marcatore dell'argentino, che nelle ultime due stagioni in Sicilia ha avuto una crescita costante, prima a Catania e poi a Palermo. Un difensore sul quale i dirigenti nerazzurri hanno investito una buona cifra, ovvero circa 9 milioni di euro.

Premettiamo subito che Silvestre, salito sul banco degli imputati dopo la sconfitta per 3-1 in casa contro la Roma, è tutto fuorché scarso, per usare termini molto schietti, quelli che piacciono al presidente rosanero. Il difensore argentino, catapultato in una realtà diversa rispetto a quelle relativamente più tranquille di Catania e Palermo (pur venendo da una squadra come il Boca Juniors che in quanto a pressione è tutto fuorché poco formativa), sta soffrendo (come tutti suoi colleghi) le difficoltà del reparto difensivo (sono 7 i gol stagionali subiti, tutti al Meazza) e di una squadra ancora alla ricerca dell'equilibrio.

Esempio pratico sono i primi due gol subiti contro la Roma, le quali colpe non sono attribuibili alla difesa. Infatti nell'occasione del gol di Florenzi è il centrocampo a bucare la marcatura sul giovane centrocampista centrale di Zeman, libero di inserirsi e battere Castellazzi. Il gol del 2-1 di Osvaldo è da attribuire allo sbilanciamento della squadra e della mediana, tagliata fuori dalla palla verticale di Totti per l'italo-argentino. Idem quello di Marquinhos, sul quale l'ex Boca non riesce a tappare il buco in extremis.

Tutte queste incomprensioni tattiche, alle quali Andrea Stramaccioni sta lavorando alacremente durante questa sosta, incidono negativamente sulle prestazioni dei singoli, specie dei nuovi come Silvestre. Forse anche il ritorno in campo dell'idolo Walter Samuel (anch'egli però lontano dalla migliore condizione) può dare a Matias, come al resto del reparto, quella sicurezza che manca e di cui si ha un disperato bisogno. Servirà perciò una crescita totale della squadra, sotto il profilo dell'equilibrio tattico. Silvestre, dal canto suo, è pronto a risalire la china e zittire tutti i suoi detrattori, compreso quel suo ex presidente che in passato lo lodava, mentre ora non perde tempo a etichettarlo come bidone.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 08 settembre 2012 alle 16:35
Autore: Alberto Casavecchia / Twitter: @AlbertoCasa87
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