Eccolo, quindi, il tanto atteso allenatore, arrivato dopo i giorni tribolati seguiti al cambio di rotta di Leonardo verso la Francia e gli ostacoli incontrati nella caccia al successore. Dopo che anche Sinisa Mihajlovic si è chiamato fuori dichiarando apertamente di voler restare alla Fiorentina, alla fine a tagliare il traguardo è stato Gian Piero Gasperini da Grugliasco, che dopo l’esonero della scorsa stagione dalla guida tecnica del Genoa  torna in pista sedendosi sulla panchina sempre prestigiosa e sempre caldissima dei nerazzurri. Una scelta che fa contenti alcuni tifosi e fa discutere o addirittura brontolare altri, ma di certo non il primo arrivato, anzi un allenatore che negli anni si è fatto apprezzare per la bontà del gioco espresso dalle sue squadre, che gli è valso anche il soprannome di Gasperson.

Può piacere al tifo nerazzurro il fatto che Gasperini sia nato lo stesso giorno di José Mourinho, che per lui ebbe belle parole in più di una circostanza; può forse piacere meno il fatto che i suoi inizi, da giocatore come da allenatore, sono stati nel settore giovanile della Juventus. C’è da ricordare però che proprio la Juve qualche anno fa gli regalò una grossa delusione, quando accarezzò l’idea di allenare la prima squadra dopo Claudio Ranieri, ma poi la Juve puntò su Ferrara. Calciatore girovago, con esperienze importanti soprattutto a Palermo e Pescara, dove incontrerà quel Giovanni Galeone che sarà il suo ‘ispiratore’ nella carriera di tecnico, così come avvenuto con Allegri, e altre a Reggio Emilia, Cava de’ Tirreni, Pistoia e Salerno; da allenatore, invece, Gasp ha cambiato tendenza, radicandosi per più anni prima alle giovanili bianconere, poi a Crotone e infine nella Genova rossoblu, dove i tifosi lo portano sempre nel cuore anche perché è stato il primo allenatore a vincere tre derby di fila con la Samp a cavallo di due stagioni.

In cosa consiste il credo tattico di Gasperini? Innanzitutto, sgomberiamo il campo da un dubbio, legato alla difesa a tre, che già fa storcere il naso a qualcuno: il 3-4-3 è il suo schieramento preferito, ma per lui non rappresenta un dogma assoluto. Anzi, in più di una circostanza Gasp ha saputo anche riconvertire il modulo in uno spregiudicato 4-3-3. Inoltre, gli esterni di centrocampo nelle sue intenzioni devono essere abili a coprire ambedue le fasi di gioco, e in questo senso, con gente come Nagatomo, Maicon, volendo Criscito qualora questi decidesse di seguirlo in nerazzurro (teoricamente anche Santon, che però è al centro di diverse voci di mercato)  va sicuramente a nozze. Ai suoi uomini Gasperini chiede inoltre corsa, tanto pressing e rapidità di esecuzione. Di suo, ci mette una dote innata nello scoprire posizioni inedite per i suoi giocatori, oltre a un’attenzione particolare negli allenamenti, per lui il punto di partenza di tutto.

All’Inter Gasperini troverà innanzitutto un blocco che conosce già bene: quello dei giocatori provenienti dal Genoa, a partire da Milito, che può aiutare senza dubbio a riscoprire le sue doti di bomber dopo un’annata grigia, passando per Thiago Motta, da lui rigenerato dopo che l’italo-brasiliano è arrivato al punto di temere per la sua carriera, fino a Ranocchia e Kharja. Gente che senz’altro ne agevolerà l’inserimento e che aiuterà il resto del gruppo ad assimilare le sue idee. E ai quali poi potrebbero aggiungersi altri elementi in arrivo dalla sponda rossoblu del Bisagno: forse non Criscito, che sembra più intenzionato a sconfinare verso Francia o Russia, ma anche altri nomi quali Palacio e Kucka. Sarà una bella sfida, per Gasperini, uno che però non si tira mai indietro di fronte agli ostacoli. Facci divertire, Gasp!
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 24 giugno 2011 alle 21:00
Autore: Christian Liotta
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