Un altro rigore parato da Juan Pablo Carrizo, il secondo dopo quello contro la Juventus nella preparazione estiva negli Usa, nella gara contro il Torino dopo appena sei minuti dal suo ingresso in campo al posto di Samir Handanovic.

Il secondo portiere nerazzurro è l'ospite della puntata odierna di "InterNos" su Inter Channel ed ecco le sue parole da un'anticipazione del sito ufficiale nerazzurro: "E' questo quello che un portiere deve avere in testa: allenarsi ogni giorno come se ogni domenica dovesse giocare perchè non si sa mai. - spiega Carrizo -. Oggi il Mister fa la scelta su Samir perchè lui se lo merita e ha fatto tre anni di fila a un livello straordinario ed è giusto quello che sta guadagnando. Però, da parte mia, essere secondo significa mettercela tutta in allenamento, lavorare perchè come è capitato domenica sono entrato al 6 minuto e mi sono trovato a dover parare un rigore. Anche il lavoro che abbiamo fatto durante la settimana con Mister Papale, quando guardiamo punizioni avversarie, mi ha dato una mano anche a parare il rigore. Sono delle belle soddisfazioni. Una sfida scegliere di fare il secondo di un grande portiere come Handanovic? Quando ho sentito che l'Inter era interessata a me e che c'era Samir, ho fatto una scelta essendo consapevole di arrivare all'Inter per fare il secondo. Però è anche importante spiegare che io dentro di me ho ancora voglia di fare bene e di avere delle possibilità in futuro. Devo allenarmi, devo fare bene, devo comportarmi bene con i miei compagni e dare una mano a Samir insieme a Castellazzi perchè siamo una squadra e in una squadra ci sono diversi ruoli. L'importante è avere un equilibrio mentale e fiducia in se stessi perchè prima o poi le opportunità arrivano".

"Quando prendiamo gol siamo spesso da soli", lo dice sorridendo Juan Pablo Carrizo durante la puntata di InterNOS prima di parlare del rapporto tra i portieri nerazzurri: "Abbiamo tre caratteri completamente diversi, è vero, ma cerchiamo di confrontarci sulle questioni tecniche e tattiche. Ognuno di noi ha un'idea, un modo di lavorare e quando lo facciamo tutti e tre insieme cerchiamo di gestire le nostre volontà anche in termini di quello che ci piace fare durante l'allenamento"

"I portieri sono tutti matti per natura? Cosi dicono..(ndr, sorride) ma, a volte, ti trovi a prendere un gol per colpa tua, ma sai che la squadra continua a fidarsi di te e tu devi trasmettere loro sicurezza", continua Carrizo che poi spiega: "La finalità di tutti noi è fare bene. Ci sono dei compagni con i quali abbiamo un rapporto più stretto e magari ci danno delle indicazioni durante la partita, ma io non me la sono mai presa perchè sono sempre dei consigli e ci aiutano a fare bene. Si tratta di partecipazione attiva alla partita".

Scegliere di venire all'Inter, se ne parla ancora con Carrizo anche a proposito della nazionale argentina: "Per me è stato un grande onore farne parte e un giorno mi piacerebbe tornare, ma quando ho scelto di venire qui il mio primo pensiero era quello di recuperare la mia carriera e per farlo credo occorra avere accanto dei professionisti seri, una Società seria con la quale confrontarsi e io non avevo nulla di tutto questo prima. Per me il Mondiale non è un mio traguardo in questo momento della mia vita. Lo è dare una mano alla mia squadra, fare bene e magari in futuro diventare il primo portiere dell'Inter, ma in questo momento devo accettare di avere di fronte a me un grandissimo portiere. E io sono anche contento di essere il secondo. Poi, è normale che bisogna gestire il proprio stato d'animo perchè in alcuni giorni sei più non arrabbiato, ma propositivo, ma quando si cresce e si matura sa come gestire queste cose".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 23 ottobre 2013 alle 17:05 / Fonte: Inter.it
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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