Nel vincente cambio di modulo operato da Stramaccioni, spicca l'utilità dell'acquisto di Alvaro Pereira. L'esterno uruguaiano - ancora a caccia della migliore condizione - è l'uomo giusto per la fascia sinistra nerazzurra. Corsa, duttilità ed esperienza in campo europeo: le sue qualità si sposano pienamente con il progetto tattico dell'allenatore nerazzurro e aspettano solo di essere conciliate al meglio con una tenuta fisica quantomeno accettabile. Polmoni d'acciaio i suoi, buona gamba: Pereira è in grado di adempiere al duplice compito di attaccare e difendere. Bisogna ancora trovare qualche misura in fase di spinta: in Italia - a differenza del Portogallo - ci sono difese tenaci che difficilmente concedono gli spazi per sfondare. Si sente la mancanza di qualcuno che riesca a sovrapporre, anche se si tratta di un'inevitabile conseguenza del nuovo schieramento.

Chi si aspettava un Maicon mancino probabilmente non conosceva le qualità del giocatore. Ruoli differenti, innanzitutto. Uno dà il meglio di sè partendo dalla linea difensiva (in quanto terzino), l'altro è un jolly di fascia in grado di occupare anche una posizione da interno di centrocampo. Stramaccioni ha insistito molto sul suo acquisto, consapevole di dover far fronte a una fase di transizione dopo il trasferimento in Italia. Sentir parlare già ora di acquisto sbagliato risulta se non infondato, decisamente azzardato. Inoltre nelle sue prime apparizioni in nerazzurro spiccano le qualità difensive: Pereira è un mastino nei contrasti e difficilmente viene messo in difficoltà. Basta osservare il derby vinto per notare che il Milan non ha avuto mai l'abilità di attaccare sul lato dell'uruguaiano.

Ventidue erano i milioni con cui il Chelsea provò un anno fa a strappare Pereira dalla mani della cara bottega Porto. Dieci, invece, quelli (senza contare i 3,5 di bonus) con cui l'Inter è riuscita ad accaparrarselo. Un taglio dovuto alla stagione da emarginato vissuta per problemi extracalcistici in Portogallo. Insomma, l'Inter aspetta il Palito con tutta calma (e lo ringrazia per il gol da 3 punti a Verona), anche perché la migliore condizione è ancora lontana. Un'ulteriore conferma l'abbiamo avuta in occasione della sfida tra Bolivia e Uruguay (persa per 4 a 1 dalla Celeste), dove Pereira non si è distinto per particolari meriti nella mediocrità generale di tutta la sua Nazionale. Domenica molto probabilmente - complice anche l'assenza di Nagatomo - lo vedremo in campo dal primo minuto nella sfida casalinga contro il Catania. Un'occasione per prendere ritmo, e perché no, dare un calcio alle critiche. Rigorosamente mancino, ovviamente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 17 ottobre 2012 alle 22:05
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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