Esattamente come un girone fa. L'Inter torna sconfitta dal confronto con il Novara e si torna ad interrogarsi sui problemi quasi atavici del gruppo nerazzurro. Incredibile come un complesso che quasi due anni fa sommergeva il Barcellona dei marziani oggi si trovi costretto a dover recitare il mea culpa per aver ceduto in casa proprio al cospetto dell'ultima in classifica. Davvero inconcepibile. O forse no.

FILM GIA' VISTO. Difficile analizzare la situazione, ma non per mancanza di spunti, bensì il contrario. La domanda è: da dove cominciamo? Il match di ieri è stato specchio fedele dell'annata balorda: una sconfitta che ha contenuto in sé tutti gli ingredienti da agosto 2011 a febbraio 2012. Giocatori non al top per i continui acciacchi, cambi di modulo tattico, errori pagati carissimo, legni, assenze pesanti, abbagli arbitrali. Un film già visto, che ci riporta tristemente all'Inter di tanti anni fa, quando regnavano caos e disorganizzazione, da ogni punto di vista.

RANIERI LE PROVA TUTTE. Contro la squadra di Mondonico, Ranieri ha dapprima utilizzato due fantasisti dietro un'unica punta con il chiaro intento di offendere senza sbilanciarsi. Ma sembrava non bastasse. Nell'intervallo, quindi, fuori Alvarez e dentro Pazzini per conferire maggior incisività in zona-calda. Il gol di Caracciolo, però, ha cambiato le carte in tavola e così il tecnico romano ha inserito l'artiglieria pesante, con Forlan ad aggiungersi a Milito, Pazzini e Sneijder. Tutto vano, perché il Novara, anche in dieci, ha dalla sua organizzazione difensiva e buona sorte. E porta a casa il bottino ricco.

IL MERCATO D'INDEBOLIMENTO. Ed ora la domanda: cosa sta succedendo? Com'è possibile che una squadra in grado di rimontare in classifica come ha fatto l'Inter, d'un tratto piombi nell'oblio? Molteplici le cause. Chiaro che la lunga striscia di successi ha pesato sulle energie psico-fisiche del gruppo, e così, al primo ko, è tornato il timore di non farcela. A ciò ci aggiunge un mercato invernale che avrebbe dovuto rinforzare e, invece, ha finito per indebolire. Non lo diciamo noi, lo dicono i numeri: via Thiago Motta, sono rimasti invece tutti gli scontenti o gli emarginati dal progetto tecnico, come Castaignos e Zarate. Serviva un sostituto dell'oriundo, è arrivato Palombo che, non a caso, ieri sedeva in panchina per lasciar spazio a uno Stankovic appena tornato dopo tempo immemore e in campo per tutto l'arco del match. Se Ranieri ha preferito il serbo a mezzo servizio piuttosto che un Palombo sano, qualcosa vorrà pur dire. Gli altri acquisti sono stati Juan, buono (si spera) per il futuro, e Guarin, che non sarà a disposizione prima di marzo: di fatto, si pagherà un prestito oneroso per due mesi e senza possibilità di schierarlo in Champions. Inoltre, e anche qui i numeri arrivano in nostro soccorso, occorreva un attaccante, vista la stagione con più ombre che luci di Pazzini, la condizione scarsa di Forlan e l'inconsistenza, come detto, di Zarate e Castaignos (per motivi diversi, sia chiaro). E invece niente.

INCOGNITE FUTURE. Questi i fatti. Le conclusioni possono essere due. Ci si potrebbe lasciar morire senza reazione e attendere gli eventi, aspettando che finisca l'ultima stagione di 'Quelli che fecero il Triplete' e ripartire a piccoli passi. Oppure ci si potrebbe davvero rimboccare le maniche, terminare in crescendo (anche in Champions, dove lo Schalke deve restare l'eccezione della storia recente europea) e piantare le basi per il prossimo anno, in cui non ci saranno più scuse. In fondo, questa situazione sembrava ampiamente prevedibile un po' da tutti, ecco perché la contestazione non ha ancora raggiunto livelli di guardia. Nessuno chiede l'immortalità di eroi mortali, ma pianificare un progetto con serietà sembra il minimo e il 2011/2012 dovrà essere l'anno da cui ripartire. Terzo posto o no. Capiremo se Moratti avrà ancora voglia di vincere o passare la mano.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 13 febbraio 2012 alle 08:15
Autore: Alessandro Cavasinni
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