Rincorsa breve e decisa, di quelle di chi sa già in anticipo cosa fare. D'altronde quel momento l'ha già immaginato una, due, tre... cento volte o forse più. E poi arriva il tiro: preciso, imparabile e in fondo al sacco. Federico Dimarco ha raggiunto il suo obiettivo, quel gol con l'Inter che aspettava sin da quando era bambino, l'inizio di un percorso di crescita rapido che lo ha portato alla convocazione in Nazionale, premio per le sue recenti prestazioni. “Dopo la partita con la Sampdoria gli ho fatto i complimenti dicendogli che se lo meritava, so quello che ha passato prima di arrivare qui”.
A raccontarlo a FcInterNews.it è Christian Dimarco, fratello di Federico a cui, oltre che da uno splendido rapporto, è legato dall'Inter, sono cresciuti entrambi nelle giovanili nerazzurre, e dal ruolo di terzino sinistro. Attualmente in prestito al Fiorenzuola, club del Girone A di Serie C, il classe 2002 racconta: “È stato un piacere essergli rimasto a fianco durante questa scalata. Federico era contentissimo, giocare nell'Inter e segnare un gol del genere erano un suo sogno. In famiglia siamo esplosi. Io ero a pranzo insieme alla squadra, alla rete ho esultato non guardando in faccia nessuno. Abbiamo un grande legame, lui viene prima di tutto”.
Federico ha dimostrato dunque di crederci nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino.
“Dipende tutto da te e da quanti sacrifici vuoi fare per raggiungere il tuo obiettivo. Negli anni ha avuto tanti problemi tra infortuni e impiego ridotto, ma ci ha sempre creduto. La differenza sta tutta qui: tra chi lotta e chi no”.
E la sua gavetta come procede? Al Fiorenzuola sta trovando buon spazio.
“Per il momento molto bene. Col mister e i compagni mi sono trovato subito, una sorpresa considerando che è passato appena un mese e mezzo e non avevamo fatto alcuna amichevole. Nel precampionato siamo stati frenati dal Covid-19, perciò quella in Coppa Italia – Serie C con la Virtus Entella è stata la nostra prima partita vera e propria. Siamo una buona squadra, piano piano miglioreremo e faremo sempre meglio”.
Nelle giovanili ha bruciato le tappe, adesso è ora di confermarsi tra i grandi.
“Sono qui per mettermi in gioco. Ho preferito una società dove poter dimostrare le mie qualità con continuità, piuttosto che una dove avrei avuto meno spazio. In questa fase di carriera è fondamentale crescere e farsi vedere, alzando il livello stagione dopo stagione”.
Dimostra una mentalità da vero professionista.
“Non vorrei sembrare presuntuoso, ma la mia è una mentalità vincente. Bisogna puntare al meglio possibile pur essendo realisti sul dove si possa arrivare. Avendo un fratello che ti insegna determinate cose riesci a bruciare le tappe, poi nel calcio dei grandi dipenderà da te e dalla fortuna”.
L'avere un fratello che gioca in Serie A le mette pressione?
“No, non la vedo a questo modo, per me è una spinta a fare meglio”.
Stesso ruolo e squadra in cui siete cresciuti. Le differenze tra voi stanno solo nell'età?
“A livello tecnico è senza dubbio più forte lui, lo dimostrano piazzati e tiri da fuori. Fisicamente, invece, io sono più strutturato. Per il resto le nostre caratteristiche sono proprio uguali”.
Come siete arrivati all'Inter?
“Abbiamo iniziato entrambi nel Calvairate, club da dove Federico è passato all'Inter a 7 anni. Io a 11 sono andato all'Enotria, per poi passare in nerazzurro intorno ai 13-14 e fare la trafila con le giovanili”.
All'Inter c'è stato un allenatore che le ha dato di più rispetto agli altri?
“Tutti ti danno qualcosa, ma se dovessi dirne uno direi Zanchetta che ho avuto due anni in Under 17. Ogni mister ha le sue idee e cerchi di trarre più insegnamenti possibile. L'Inter ha grandi allenatori per le giovanili, si vede anche dal numero di trofei. Noi classe 2002 abbiamo vinto le finali scudetto under 16 e 17 e perso soltanto quella under 15”.
Il percorso di quell'Under 17 ha avuto un peso determinante.
“La vittoria in finale con la Roma è stata la nostra consacrazione. Ha alzato il nostro livello, permettendoci il salto in Primavera e giocare con continuità facendo un buon percorso anche in Youth League”.
Pensando al futuro: qual è il suo sogno più grande?
“Esordire a San Siro con l'Inter, magari subentrando a mio fratello”.
Giacomo Principato
A raccontarlo a FcInterNews.it è Christian Dimarco, fratello di Federico a cui, oltre che da uno splendido rapporto, è legato dall'Inter, sono cresciuti entrambi nelle giovanili nerazzurre, e dal ruolo di terzino sinistro. Attualmente in prestito al Fiorenzuola, club del Girone A di Serie C, il classe 2002 racconta: “È stato un piacere essergli rimasto a fianco durante questa scalata. Federico era contentissimo, giocare nell'Inter e segnare un gol del genere erano un suo sogno. In famiglia siamo esplosi. Io ero a pranzo insieme alla squadra, alla rete ho esultato non guardando in faccia nessuno. Abbiamo un grande legame, lui viene prima di tutto”.
Federico ha dimostrato dunque di crederci nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino.
“Dipende tutto da te e da quanti sacrifici vuoi fare per raggiungere il tuo obiettivo. Negli anni ha avuto tanti problemi tra infortuni e impiego ridotto, ma ci ha sempre creduto. La differenza sta tutta qui: tra chi lotta e chi no”.
E la sua gavetta come procede? Al Fiorenzuola sta trovando buon spazio.
“Per il momento molto bene. Col mister e i compagni mi sono trovato subito, una sorpresa considerando che è passato appena un mese e mezzo e non avevamo fatto alcuna amichevole. Nel precampionato siamo stati frenati dal Covid-19, perciò quella in Coppa Italia – Serie C con la Virtus Entella è stata la nostra prima partita vera e propria. Siamo una buona squadra, piano piano miglioreremo e faremo sempre meglio”.
Nelle giovanili ha bruciato le tappe, adesso è ora di confermarsi tra i grandi.
“Sono qui per mettermi in gioco. Ho preferito una società dove poter dimostrare le mie qualità con continuità, piuttosto che una dove avrei avuto meno spazio. In questa fase di carriera è fondamentale crescere e farsi vedere, alzando il livello stagione dopo stagione”.
Dimostra una mentalità da vero professionista.
“Non vorrei sembrare presuntuoso, ma la mia è una mentalità vincente. Bisogna puntare al meglio possibile pur essendo realisti sul dove si possa arrivare. Avendo un fratello che ti insegna determinate cose riesci a bruciare le tappe, poi nel calcio dei grandi dipenderà da te e dalla fortuna”.
L'avere un fratello che gioca in Serie A le mette pressione?
“No, non la vedo a questo modo, per me è una spinta a fare meglio”.
Stesso ruolo e squadra in cui siete cresciuti. Le differenze tra voi stanno solo nell'età?
“A livello tecnico è senza dubbio più forte lui, lo dimostrano piazzati e tiri da fuori. Fisicamente, invece, io sono più strutturato. Per il resto le nostre caratteristiche sono proprio uguali”.
Come siete arrivati all'Inter?
“Abbiamo iniziato entrambi nel Calvairate, club da dove Federico è passato all'Inter a 7 anni. Io a 11 sono andato all'Enotria, per poi passare in nerazzurro intorno ai 13-14 e fare la trafila con le giovanili”.
All'Inter c'è stato un allenatore che le ha dato di più rispetto agli altri?
“Tutti ti danno qualcosa, ma se dovessi dirne uno direi Zanchetta che ho avuto due anni in Under 17. Ogni mister ha le sue idee e cerchi di trarre più insegnamenti possibile. L'Inter ha grandi allenatori per le giovanili, si vede anche dal numero di trofei. Noi classe 2002 abbiamo vinto le finali scudetto under 16 e 17 e perso soltanto quella under 15”.
Il percorso di quell'Under 17 ha avuto un peso determinante.
“La vittoria in finale con la Roma è stata la nostra consacrazione. Ha alzato il nostro livello, permettendoci il salto in Primavera e giocare con continuità facendo un buon percorso anche in Youth League”.
Pensando al futuro: qual è il suo sogno più grande?
“Esordire a San Siro con l'Inter, magari subentrando a mio fratello”.
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