Le prove della verità sono alle porte: verso l’esaurimento la nuova pausa per le Nazionali che per Luciano Spalletti si chiude con la buona notizia di un Joao Miranda tornato al gol, un gol decisivo segnato contro l'Argentina per una vittoria che, anche se si tratta di un'amichevole, per la Nazionale brasiliana rappresenta sempre qualcosa di speciale (scherzosamente parlando, chissà se Mauro Icardi e Lautaro Martinez mediteranno una qualche forma di 'vendetta' una volta tornati tutti in Italia) e quella decisamente meno bella dello stop di Matias Vecino, le cui condizioni rimangono da valutare al suo rientro nonostante le rassicurazioni giunte allo staff medico nerazzurro, l’Inter vede sempre più avvicinarsi la catena di impegni che tanto possono dire su quelle che possono essere le ambizioni della squadra nerazzurra.
Dai dubbi di un inizio tormentato, con qualche passaggio a vuoto di troppo, alle certezze arrivate dopo le sei vittorie nelle ultime sei partite; l’uno-due rifilato al Tottenham come sliding doors di questo avvio di stagione, quella vittoria che ha fatto esplodere San Siro e che contemporaneamente pare aver ridestato nell’Inter grinta, fame, soprattutto certezze. Adesso, però, arriva la prima verifica importante, il momento in cui l’asticella si alza vista la qualità degli avversari che si andranno ad affrontare in otto giorni, dove si inizierà presumibilmente a capire quella che sarà la strada da prendere.
Inutile star qui a spendere troppe parole su quello che sarà il primo dei tre impegni in agenda: è il derby di Milano, e tanto basta. Una sfida che mai forse come quest’anno assumerà una connotazione importante anche in termini di valori in campo. Sembrano lontani un’era geologica quegli incontri dove, al di là della rivalità cittadina, poco o nulla certe sfide riuscivano a dire sul piano del tasso tecnico delle due squadre. Questa volta, invece, ci sono tutti gli ingredienti per vedere uno spettacolo a 360 gradi: perché ad un’Inter che pare ormai aver intrapreso il cammino giusto per ricollocarsi in quella che è l’élite del calcio nazionale farà fronte un Milan che, anche se ancora con qualche piccolo inciampo, sta abbozzando bene o male la stessa idea. Sarà sfida elettrizzante anche per il valore dei protagonisti in campo, con il duello tutto argentino tra Mauro Icardi e Gonzalo Higuain ormai diventato una sorta di tormentone già ben prima della vigilia: riuscirà il Pipita a scalzare Maurito dal trono di re dei bomber di Milano? Insomma, si tratta di una sfida importante per entrambe le squadre, per tanti motivi. E riuscire ad ottenere la vittoria darebbe indubbiamente una spinta ulteriore, probabilmente anche un nuovo senso, alla stagione dell’una come dell’altra compagine.
Non ci sarà nemmeno il tempo di smaltire la sbornia o il rammarico, a seconda di come andrà, che dopo pochi giorni arriverà il secondo scoglio da affrontare. Quello che alla vigilia era stato disegnato come il doloroso passaggio sotto le forche caudine per la formazione di Luciano Spalletti, da parecchi condannata al ruolo se non di agnello sacrificale poco ci manca del girone di Champions League, e che invece i nerazzurri sono stati bravi a ridisegnare rendendolo una sorta di spareggio per il primo posto. L’Inter arriverà al Camp Nou senza alcuna intenzione di sentirsi sentenziata già in partenza; intendiamoci, il Barcellona rimane uno dei colossi del continente europeo e una delle favorite d’obbligo per la vittoria finale. Ma fino a questo momento, i blaugrana non hanno esattamente dato la sensazione di essere una formazione invincibile (la sconfitta contro il Leganes di fine settembre in campionato riecheggia ancora nell’aere), e oltretutto il tecnico Ernesto Valverde lamenta parecchi problemi di rosa, visti gli infortuni che hanno colpito soprattutto la difesa, reparto di per sé non invulnerabile e dove le assenze contemporanee di Samuel Umtiti e Thomas Vermaelen lo costringeranno a fare un po’ di salti mortali per avere un comparto numericamente all’altezza. In una Champions che mai come quest’anno si sta rivelando altamente imprevedibile, l’Inter ha il diritto e il dovere di andare e guardare questo gruppo di campioni occhi negli occhi e costringerlo a dimostrare coi fatti di essere tanto superiore come la carta direbbe.
Il ciclo di fuoco si chiuderà nell’inedito scenario del ‘Monday Night’, quando l’Inter scenderà in campo all’Olimpico per affrontare la Lazio. Lì dove, la sera del 20 maggio, praticamente tutto è cominciato; dove Matias Vecino l’ha presa a otto minuti dal novantesimo stroncando i sogni di gloria della formazione di Simone Inzaghi, incapace di dare ai nerazzurri il colpo di grazia nelle settimane precedenti dopo avere avuto anche più di una occasione per farlo, e aprendo alla sua squadra le porte della Champions e insieme, probabilmente, un nuovo capitolo della storia recente. Sulla sponda biancoceleste del Tevere già si parla di rivincita, anche se la pesantezza dei tre punti in palio adesso non è minimamente paragonabile a quelli dell’ultima giornata dello scorso campionato; e già si pensa all’accoglienza che sarà riservata a Stefan de Vrij, ormai assunto al ruolo di grande ex della sfida dopo i recenti fatti e le conseguenti, a dir poco eccessive, colate di veleno piovutegli addosso da parte di chi ha messo in dubbio, con argomenti risibili, la sua professionalità.
Il tutto senza dimenticare l’altro evento che si incastonerà tra queste partite, qualcosa che non andrà in scena in uno stadio ma che per l’Inter e per le sue ambizioni avrà un’importanza capitale: venerdì, infatti, ci sarà l’assemblea dei soci, altrimenti detta l’alba definitiva della nuova era. Sarà infatti sancito, in quel momento, l’approdo alla presidenza di Steven Zhang, quello che ormai è definito da tempo come il presidente ‘in pectore’, e in attesa di liquidare Erick Thohir si aprirà l’era dell’Inter totalmente ‘made in Suning’. Tempismo ideale, visto che con l’approvazione del bilancio della scorsa stagione dovrebbe finalmente chiudersi l’era delle tenaglie del ‘settlement agreement’ e finalmente si potrà capire, dopo il lavoro enorme fatto per l’aumento dei ricavi e il miglioramento della situazione economica del club, quanto le potenzialità e i desideri di grandeur del gruppo di Nanchino potranno pienamente esprimersi anche sul mercato.
Saranno otto giorni di fuoco, ma al tempo otto giorni stellari. Una prospettiva che alla fine rispecchia perfettamente quello che era il claim che ha accompagnato tutta l’estate di attesa per questa grande stagione. Quell’omaggio a Dante Alighieri e alla sua Divina Commedia, “A riveder le stelle”, che ha rappresentato non solo un messaggio per la campagna abbonamenti ma il grido di battaglia dell’inizio della nuova pagina di storia del club, col quale si sono tappezzati i muri di Milano e intorno al quale è stato creato un piccolo capolavoro di storie e di persone, di varie forme di interismo raccontate con grande passione in un grande esempio che quelli un po’ più bravi chiamano ‘brand journalism’. Sarà quindi il momento in cui non solo si vedranno le stelle, ma si dovrà anche ambire a recitare come delle stelle.
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Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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