Spallettileaks è l'organizzazione a carattere regionale, casereccia, che riceve in modo anonimo, sempre in via del tutto confidenziale, conversazioni private di Luciano Spalletti. E poi le spedisce al Corriere della Sera che, a scoppio ritardato, ne pubblica il contenuto per sommi capi, magari tagliuzzando qua e là. Comunque contestualizzando solo il luogo, il locale "Grani & Braci", ma non specificando il tono della chiacchierata del tecnico di Certaldo con i tifosi della Roma.

Un particolare non di poco conto che ha fatto detonare il caso in ambienti nerazzurri. "Com’è la situazione qui? In società non vogliono spendere e l’ambiente è a un passo dalla follia, tipo Roma: sempre sul filo dell’equilibrio. A volte, è un ambiente depresso", avrebbe detto il tecnico di Certaldo parlando della sua squadra dopo la gara pareggiata con la Roma, a San Siro, lo scorso 21 gennaio. Una fuga di parole, liberamente dette senza correre il minimo rischio che venissero rese note al grande pubblico, per il quale si è reso necessario l'intervento del diretto interessato che, nell'immediato post-gara vinta dalla Primavera contro lo Spartak in Youth League, ha radunato i colleghi di tv, carta stampata e web (in rigoroso ordine di importanza) e ha confessato di essere sorpreso da questo attacco mediatico volto a far male a lui e all'Inter tutta.

Di ragioni, Lucianone, ne ha quando fa intendere che è stata una specie di agguato nei suoi confronti quello teso dal giornale milanese: "Mettere un virgolettato su presunte cose che avrei detto fuori da un ristorante diventa poi una cosa pericolosa per tutti perché vuol dire che vale tutto - ha fatto notare -. Poi c’è un contesto ufficiale dove si misurano le parole e c’è un contesto dove ci sono delle persone in amicizia dove non ci si sta attenti al termine. Io se dovessi dire di preciso quello che ho detto mi diventa difficile ricordarlo".

Il 'vale tutto' ai tempi dei social e dei gossip che rimangono allo stato brado di notizie è già entrato, e persino accettato tacitamente, a pieno diritto nel mondo giornalistico. Non a caso, nel recente passato, sono stati presi dei provvedimenti verso alcuni protagonisti del mondo del calcio, quando questi sono stati messi in croce da video confezionati da reporter d'eccezione, i fan, appunto. Sempre loro. E la prova documentale, la regina dell'oggettività, Spalletti l'ha allontanata con forza proprio verso la fine dell'incontro con i supporter giallorossi: “Che stai facendo? Niente registrazioni, niente filmati, sto parlando con degli amici", le parole rivolte a un tifoso interista che stava cominciando ad armeggiare con il cellulare.

E, allora, cosa ci rimane dopo questo episodio? La notizia, raccontata con dovizia di particolari, non è falsa perché l'incontro è avvenuto il tal giorno, alla tal ora e nel tal luogo. E' attendibile fino a un certo punto, perché al lettore rimane grande spazio di interpretazione sul registro del discorso adottato da Spalletti. Che potrebbe essere informale visto il rapporto tra le parti. Per questo, in senso assoluto, un'informazione riservata, che sia ascoltata dal vivo o per interposta persona, deve essere resa più elegantemente con un discorso indiretto. E qui arriviamo al dunque, alla sostanza delle parole di Spalletti; il quale, pur non ricordando le frasi esatte proferite ormai più di due settimane fa, non ha smentito di aver trattato quei temi spinosi che esasperano la discussione all'esterno del club (l'impegno economico della proprietà e l'ambiente depresso creatosi da due mesi a questa parte).

Questioni lungamente dibattute, anche con toni accesi, in conferenza stampa, ma che per competenze non specifiche Spalletti non è mai riuscito ad evadere con la giusta chiarezza. Non spetta a lui, che pure ci mette sempre la faccia, spiegare il perché Zhang ha smesso di spendere sul mercato dalla fine di luglio. Il tema del dietrofront societario dal punto di vista degli investimenti nell'asset più importante nel mondo del calcio, la rosa di giocatori, è tornato centrale durante il calciomercato invernale, non per 'colpa' del CorSera. Ora, qualcuno ai piani alti si prenda la responsabilità di fare una comunicazione chiara e senza intermediari di sorta: si dica, insomma, se non si può o non si vuole spendere. In mezzo c'è tutta la differenza del mondo, ci passa il futuro a medio e lungo termine dell'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 08 febbraio 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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