Penso che non ci sarebbe mai potuto essere un momento migliore di questo per il ritorno in Italia di Erick Thohir, mai come adesso l’Inter ha bisogno di lui e probabilmente anche viceversa. La squadra, ma anche Mancini, spesso lasciato troppo solo a fare da parafulmine, hanno la necessità di sentire la voce del Presidente e speriamo che le sue parole servano a raddrizzare una rotta che sembrava aggiustata dopo la vittoria sul Chievo, ma che poi si è riscoperta ancora sbagliata, con i manciniani che si sono impantanati nel fango di Verona, fallendo il sorpasso alla Fiorentina, tra errori, cali di concentrazione, dormite, calci piazzati e mancanza di cattiveria. Il presidente indonesiano torna a Milano proprio nel momento più difficile della stagione, con l’Inter che ha buttato via 5 mesi perfetti e adesso, con lo spareggio di Firenze all’orizzonte, non si può più permettere di sbagliare partite e approcci.

La Champions è l’obiettivo che ci si era dati a inizio anno, anche quando la squadra volava prima in classifica, arrivare in Europa League si trasformerebbe in un disastro a ogni direzione, per la società e le sue casse in primis, che darebbero il via a una rivoluzione obbligata, con cessioni illustri, da Icardi ad Handanovic, per finire al probabile addio di Mancini. Per questo Thohir ha deciso di essere insieme alla sua squadra a Firenze, la sua prima trasferta da quando è Presidente, per far capire a tutti l’importanza della sfida del Franchi, ricompattare l’ambiente, dare fiducia e sicurezza a chi l’ha persa un po’ per strada, magari anche a Mancini, cominciando a mettere le basi di un rinnovo di contratto che possa allontanare ogni possibile sirena, inglese o azzurra, intorno a quello che ET ha sempre messo in cima alla lista, il suo Top Player, il fondamento della sua ricostruzione interista: Roberto Mancini.

Chiaramente anche Bobby Gol ne ha fatti di errori nell’ultimo mese, come tutti, il tempo dei processi, delle contestazioni, dello scaricabarile, del dare la colpa a questo o a quello, dei clan e degli scontenti, però non è adesso, sarà a fine maggio. Ora bisogna solo cancellare tutto e ripartire, cercando di tornare cinici e vittoriosi con una sana voglia di vendetta sportiva per le pallonate prese troppo spesso dalla Fiorentina. Quella di San Valentino sarà quindi una partita che vale triplo, per il passato, per il presente e per un futuro di un’Inter che non può essere senza Champions.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 12 febbraio 2016 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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