L'Inter di Firenze ha ottenuto tre punti pesantissimi che si aggiungono a quelli strappati al Sassuolo e questo fa bene alla classifica. Qualcuno pensa addirittura che non sia impossibile pensare ancora al terzo posto che regala il preliminare di Champions League, nonostante il Napoli sia 11 punti avanti. Al di là della vittoria, l'Inter del "Franchi" è piaciuta per come sia arrivata all'obiettivo, pur fallendo troppe occasioni per chiudere la partita e con qualche amnesia di troppo nel finale che avrebbe potuto costare un pareggio beffa sicuramente immeritato.

Quello che è piaciuto sin dal primo minuto è stato l'atteggiamento della squadra, che ha ritrovato quella voglia di arrivare prima sul pallone che aveva caratterizzato  la prima parte di stagione. Reparti vicini, giocatori che si aiutano, indicazioni dell'allenatore seguite alla lettera, una difesa, esaltata da Samuel tornato The Wall, finalmente competitiva. Così si superano i limiti tecnici che oggettivamente ancora esistono, nonostante l'arrivo di Hernanes e la conversione all' "interismo" di Guarin abbiano indubbiamente regalato quella qualità in mezzo al campo necessaria per far scorrere il pallone velocemente come chiede Mazzarri. E se il pallone viene giocato "pulito" a centrocampo, ne beneficiano anche gli esterni che hanno ripreso a correre con i tempi giusti negli spazi giusti.

Il gioco che propone Mazzarri non può prescindere dalla corsa. Con il nostro mister in panchina, una squadra statica può annoiare e perdere con tutti, perché non è previsto il classico regista che comandi il gioco a ritmi bassi e la tradizionale marcia di avvicinamento all'area avversaria. Mazzarri ama i cosiddetti assaltatori, che sappiamo rubare la sfera nella propria metà campo per poi partire con rapidi passaggi e movimenti senza palla verso l'obiettivo, ossia la porta avversaria. Quando riesce, come nel primo tempo di Firenze, l'Inter sembra una grande squadra capace di vincere con tutti divertendo e il mister riacquista grande credibilità.

Un discorso a parte lo merita l'attacco. Nei primi mesi di campionato i punti arrivavano con il solo Palacio davanti e Alvarez a supporto, ma l'Inter era la squadra più prolifica del campionato. Poi il lungo periodo di sterilità e la necessità di ricorrere alla doppia punta, che non è un difetto dei capelli, ma l'opzione che serve tornati abili e arruolati o quasi, Milito e Icardi. È vero, il Principe è lontano anni luce dall'implacabile cecchino che ha messo la firma più pesante sul Triplete, ma solo vederlo in campo offre una certa sicurezza a chi tifa Inter e incute un certo timore a chi non ha colto questo piacere della vita. Maurito Icardi, al netto di amore, tweet e soprattutto pubalgia, ha semplicente confermato di essere un bomber di razza. Se arriva la palla giusta, è gol. A Firenze in fuorigioco, è vero.  Come Maicon a Siena nel.... 2008, quindi state buoni, per favore.

Mazzarri continua a bacchettare il ventunenne attaccante argentino, lo ha fatto anche dopo il gol vittoria di sabato scorso, perché lo vorrebbe fisicamente al top e quindi sempre sul pezzo in allenamento. Per ora Mauro-gol risponde con il suo sorrisino sornione e le mani alle orecchie. Imparerà anche toni e modi dopo aver già appreso come far male ai portieri avversari. E con Milito o Icardi accanto, anche Palacio è tornato El Trenza. Insomma, improvvisamente ci sono elementi che fanno ben  sperare dopo un lungo periodo di buio totale.  E all'appello manca ancora Mateo Kovacic.

Un talento così non può passare la sua vita dietro le quinte, ma sta a lui dicedere di uscirne. Domenica verifica al Meazza contro il Cagliari che non se la passa troppo bene. In tribuna ci sarà anche Thohir. Vuoi vedere che il Presidente assisterà dal vivo al primo gol nerazzurro di Hernanes, fiore all'occhiello del mercato di gennaio? 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 febbraio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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