Nella vita gli errori sono all’ordine del giorno, tutti ne commettiamo, nessuno esente. Questi fanno parte del percorso di maturazione di una persona, ma sono ben accetti se da questi si impara la lezione da portarsi dietro per il corso della vita. Ora che la noia è salita a livelli eccezionali dopo questo excursus psicologico, arriviamo al punto focale del discorso: non più tardi di due estati fa si trattò con il Sunderland la cessione di Ricky Alvarez e dei 10 milioni promessi per il riscatto non se n’è visto nemmeno un euro. Non uno. Si è arrivati alla FIFA (il cui settore giudiziario ha tempi biblici, manco fosse un tribunale civile italiano) perché non si è trovato un accordo con questo club sul riscatto dell’argentino. Adesso si è data una nuova chance alla dirigenza dei Black Cats ed ecco il nuovo patatrac: il trasferimento di Davide Santon, dato per fatto, non si farà. Ufficialmente per problemi fra club (secondo gli inglesi), ufficiosamente per una clausola legata ad un’eventuale retrocessione nel contratto da stipulare fra Santon e il Sunderland.

Il problema in sé non è chi sia il responsabile di tutta questa situazione, anche se non dispiacerebbe una nota sul sito del club nerazzurro in cui si spieghi (più di quanto non abbiano fatto gli inglesi) la vicenda, ma è la fiducia data alla controparte del Tyneside. Guardiamo bene le cose: se il contenzioso fosse questione dei due club allora l’atteggiamento del Sunderland sarebbe comunque deprecabile perché non fai spostare dal ritiro il ragazzo per sottoporlo a visite mediche salvo poi non finalizzare l’accordo; se il problema fosse fra giocatore e club inglese l’atteggiamento è ancor più censurabile perché si è illuso un ragazzo, facendolo partire da Riscone nella giornata del primo bagno di folla stagionale, gli si è fatto fare delle visite in fretta e furia per poterlo mandare in Austria per il ritiro dei Black Cats e poi si è provato, sfruttando il marasma dovuto alla velocità degli eventi, a inserire una clausola opinabile per cui, più o meno, nel caso di retrocessione del Sunderland l'impiegato Santon avrebbe dovuto rimetterci una buona fetta dello stipendio. 

Vedete? Il problema non è Ausilio che non riesce a chiudere la trattativa per pretese astronomiche o Santon che non vuole rinunciare a qualche danaro, il problema reale è che si è data un’altra opportunità a una dirigenza che sborsa 11,4 milioni di euro per Jeremain Lens, ma che fa questioni per il riscatto di Alvarez e che o vuole lucrare su di un contratto o non si accorda con l’altro club per chiudere il trasferimento dopo aver raggiunto l’accordo col giocatore a cifre di sicuro ben inferiori rispetto a quelle del Lens sopracitato. Questo è un errore da non commettere più e credo che in casa Inter lo abbiano capito. 

In Premier League ci sono sicuramente più soldi rispetto alla Serie A, ma perché provare a chiudere un affare attorno ai 5/6 milioni di euro con un club che da due anni sta smuovendo mari e monti per non pagarne 10? È chiaro che si voglia monetizzare, che si voglia cedere qualcuno per fare cassa ed è altrettanto chiaro e comprensibile che certi giocatori vogliano avere più spazio rispetto a quello attuale, ma con 20 squadre di Premier (dall’appeal anche superiore) perché proprio gli unici con cui hai avuto problemi? L’offerta per Santon non si poteva rifiutare, riferiscono da fonti vicine al giocatore, ma siamo sicuri che non potesse arrivare un’offerta simile da altri club? Sarebbe stato bellissimo se alla richiesta di informazioni del Sunderland per il giocatore, Ausilio avesse risposto “Sunderchi?!” per poi riattaccare. Sarebbe stata una ripicca, certo, un gesto infantile obietterà qualcuno, ma avrebbe fatto capire che se “mi freghi una volta l’ingenuo sono io, ma se ci provi la seconda l’ingenuo sei tu”. 

Che questa situazione sia di lezione a tutti. L’importante, adesso, è che chi osserva da fuori non si scagli contro questo piuttosto che quell’altro, solo per il classico gusto di trovare un colpevole. Il mercato è ancora lunghissimo sia in entrata che in uscita e ci saranno altre possibilità per monetizzare una cessione. Non è che il 9 luglio, non è che il giorno della prima amichevole. Ricordate che questa squadra ufficializzò uno dei giocatori più importanti dopo la gara con il Carpi l’anno scorso e che ricavò 11 milioni per una cessione proprio l’ultimo giorno di mercato. Ci sono due mesi davanti, ma che questa situazione sia di lezione a tutti. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 09 luglio 2016 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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