Novantuno ore e poi quel che sarà, sarà. L'Inter esce con qualche buono spunto individuale ma tanti punti interrogativi dall'amichevole del Brianteo contro il Chievo, un test che ha fatto capire come siano realmente urgenti dei rinforzi per questa squadra. Manca il filtro e la corsa a centrocampo, dove arriverà Andrea Poli a far tirare spesso e volentieri il fiato ai nostri guerrieri ormai avanti con l'età, manca l'ottimizzazione degli automatismi in difesa, ma quelli arriveranno con il tempo, manca soprattutto qualcuno capace di fare la differenza dando vivacità, qualità e dribbling al reparto offensivo. L'Inter di Gasperini sta nascendo con troppe complicazioni, in mezzo a qualche fischio di troppo per quella che restava comunque un'amichevole estiva, ma con diverse lacune che vanno assolutamente colmate in queste novantuno ore che ci separano dalla fine del mercato.

La prestazione non sarà stata eccellente, ma il tecnico ha ragione: c'è stata la solita girandola di cambi, tanti esperimenti e mancano ancora i pezzi forti di questa squadra. Insomma, la vera Inter sarà quella di Wesley Sneijder - con la speranza che torni motivato -, di Maicon, di chi arriverà da un mercato che deve ancora svelare i suoi colpi migliori. L'operazione Poli è valida se si pensa che il prestito oneroso a 1 milione di euro è praticamente 'offerto' da Goran Pandev, con il Napoli che girerà all'Inter 2 milioni per contribuire all'ingaggio del macedone e dunque questi soldi hanno portato all'accelerazione nella trattativa per il centrocampista di Vittorio Veneto; proprio l'addio 'a cuor leggero' di Pandev fa capire però come Marco Branca e Piero Ausilio abbiano già in pugno l'alternativa al macedone, o comunque più piste da battere per poi chiudere in extremis per la più vantaggiosa. Se infatti il centrocampo è coperto con Poli che tornerà utile e l'attacco abbraccerà Diego Forlán dalla prossima settimana dopo la partenza di Eto'o - un'operazione geniale a 5 milioni di euro, di questi tempi, per un bomber di cui San Siro si innamorerà se utilizzato nella giusta maniera -, l'ultimo tassello da colmare è quello lasciato vuoto da Pandev.

Le trattative per Rodrigo Palacio si complicano ma sicuramente l'argentino resta un nome caldo che sarà nuovamente sondato in queste novantuno ore, l'alternativa affascinante si chiama Maurito Zárate, un altro funambolo di cui Gasperini ha bisogno perché a questa Inter mancano terribilmente la velocità e la capacità di creare superiorità numerica che Eto'o sapeva dare nei suoi momenti migliori. Le incognite però restano: uno come Mauro accetterebbe anche il lavoro difensivo richiesto dal tecnico di Grugliasco? Insomma, c'è tanto ancora da verificare. I nomi più caldi sono questi, ma sicuramente c'è anche la possibilità di una sorpresa come accaduto per Poli, un affare improvviso da chiudere sul gong per far contento il Gasp. Sicuramente qualcuno arriverà, comunque, perché altrimenti mai sarebbe stato ceduto così Pandev.

In più, potrebbe esserci spazio per un difensore low cost - ma è più verosimile che si decida di puntare su Luca Caldirola, ingiustamente messo ai margini della squadra anche in queste ultime amcihevoli -, ma l'idea resta quella di contare su tre rinforzi, ovvero Poli, Forlán e un'ala per consegnare al mister un'Inter più pimpante, più fresca, con un po' di entusiasmo in più. Ecco, in questo senso i fischi sono comprensibili, certo, ma non fanno bene: siamo ad agosto e in amichevole, è giusto dare tempo al signor Gasperini di plasmare la sua squadra con i nuovi arrivi. Insomma, Castaignos è un'ottima promessa ma non può fare l'esterno e lo stesso Ricky Alvarez in questo modulo c'entra poco o nulla: è un trequartista adattabile a mezz'ala, ma tra i due in mezzo così come largo sulla fascia si perde perché non possiede il passo necessario. C'è bisogno ancora di un po' di tempo e di un pizzico di entusiasmo, a partire dai tifosi per finire con i giocatori: Wesley Sneijder resta, ha garantito Moratti, ma dovrà farlo con grinta e voglia. Nessuno discute la sua professionalità, ma la testa è un'altra cosa. A prescindere dalla collocazione che Gasperini gli troverà in un modulo che è evidentemente ancora in fase di rodaggio.

In parole povere, novantuno ore (anche qualcosa di meno...) e sarà tutto finito, impacchettato e consegnato al Gasperson. Cerchiamo di ritrovare il sorriso tutti e di stringerci attorno alla squadra che verrà: nessuno ci è così straordinariamente superiore, tra novantuno ore faremo il nostro salto di qualità definitivo. A quel punto, palla a Gasperini e calcio vero da giudicare. Fischiare così - e in questo momento -, ha ragione Gian Piero, è stato ingeneroso. D'altronde, si tratta solo di aspettare novantuno ore...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 agosto 2011 alle 00:10
Autore: Fabrizio Romano
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