Dal rispettabile Ajax alla corazzata Liverpool. La storica figuraccia della UEFA nel doppio sorteggio degli ottavi di finale di Champions League dello scorso 13 dicembre non ha di certo aiutato l’Inter, chiamata ora all’impresa del passaggio del turno contro una delle squadre più forti d’Europa e tra le principali candidate alla vittoria finale. Tra un sorteggio e l’altro, nel giro di un paio d’ore, il coefficiente di difficoltà si è improvvisamente alzato. E le speranze di una qualificazione da sudare in una gara alla pari hanno lasciato spazio alla rassegnazione generale per un’eliminazione sulla carta etichettata come ‘certa’ da tanti. Ma ormai ‘il danno è fatto’, l’urna di Nyon ha parlato e i ragazzi di Simone Inzaghi sono obbligati a cercare un posto ai quarti nello scontro con l’armata guidata da Jurgen Klopp. La differenza di rosa c’è ed è evidente, ma il calcio è da sempre imprevedibile.
Siamo arrivati al primo atto. Questa sera l’appuntamento è a San Siro, dove allo scoccare delle 21 il fischietto di Szymon Marciniak darà il via al match d’andata. L’Inter avrà un primo assaggio della sua effettiva forza nel prestigioso palcoscenico europeo e capirà sulla sua pelle quanto sia realmente alla portata strappare il pass di una qualificazione che profumerebbe di miracolo. Le tribune del Meazza saranno piene (per quanto permesso dalle norme sulla capienza) e pronte a sostenere Dzeko e compagni all’apice del tour de force che ha contraddistinto l’inizio di un 2022 infernale e messo in salita dal calendario asimmetrico: prima la gara fantasma di Bologna, poi il successo con la Lazio, la Supercoppa italiana vinta all’ultimo respiro contro la Juventus, il sudato pareggio di Bergamo contro l’Atalanta, la fatica dei supplementari agli ottavi di finale di Coppa Italia contro l’Empoli e il successo last minute con il Venezia. Fino ad arrivare alla sosta e al mese di febbraio, dove sono arrivati il bruciante ko nel derby contro il Milan, la reazione in Coppa Italia contro la Roma (con la qualificazione in semifinale) e quella del secondo tempo del Maradona di Napoli, dove la zampata del Cigno di Sarajevo ha permesso al Biscione di mettere in tasca un punto che a fine stagione potrebbe risultare pesante. La testa della classifica al momento non c’è più, ma l’Inter ha una partita in meno e ora un calendario più in discesa rispetto ad inizio anno. Per pensare al campionato, però, ci sarà tempo. Dalle 23 di oggi in poi.
Adesso la testa è tutta per gli ottavi di Champions - che mancavano da 10 lunghi anni - e per il Liverpool, club storico in cui oggi comandano le idee di Klopp, l'agilità di Alisson, la fisicità di Van Dijk e Fabinho, la corsa e la facilità di calcio di Alexander-Arnold e Robertson, la velocità e la fantasia di Salah e Mané, la tecnica di Thiago Alcantara ed il killer instinct di Firmino e Diogo Jota. Nomi pesanti che rendono l’idea della forza dei Reds e della prestazione senza sbavature che dovrà offrire questa sera l’Inter (tra l’altro orfana dello squalificato Barella) per sperare in un passaggio del turno che rinvierà il suo verdetto ufficiale al 16 marzo, quando ad Anfield risuoneranno le note dell’inconfondibile 'You'll Never Walk Alone' con annessa sciarpata rosso fuoco accompagnata dal classico ed emozionante canto a cappella dei numerosi tifosi che invaderanno le tribune.
Il Liverpool è più forte? Sì. È già qualificato? No. Perché anche l’Inter - che per Klopp è "una squadra top, top, top" - ha le sue carte da giocarsi. E soprattutto non ha niente da perdere: a San Siro prima e ad Anfield poi servirà però sbagliare poco, avere tanto coraggio e farsi guidare da una mente libera, concetto espresso anche da Inzaghi nella conferenza stampa della viglia: "Sulla carta il Liverpool è favorito ma le partite vanno sempre giocate. Noi sappiamo, ed è quel che chiederò alla squadra, che dobbiamo scendere in campo proponendo il nostro gioco. Vorrò i ragazzi con la mente libera, poi sappiamo che in queste partite la determinazione farà la differenza e i miei ragazzi hanno dimostrato di averne da vendere fin da inizio stagione".
L’ossessione del passaggio del turno e la pressione della qualificazione sono tutte sulle spalle del Liverpool, patria dei Beatles, leggendario gruppo rock inglese considerato come il principale e più importante esponente della musica degli anni Sessanta. Uno dei suoi membri era John Lennon. "Un sogno che fai da solo rimane solo un sogno, un sogno fatto insieme agli altri diventa realtà" recita uno dei suoi celebri aforismi rimasti incisi nella storia. E questo, oggi più che mai, sembra proprio fare al caso dell’Inter.
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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