Fuori da tutto. Non è nemmeno finito il mese di marzo e l'Inter si ritrova out da ogni competizione. Eliminata dalla Coppa Italia per mano del Napoli, estromessa dall'Europa League ad opera del Wolfsburg, a distanza siderale dal terzo posto in campionato, adesso si è maledettamente complicata anche la corsa alla sesta piazza, quella che potrebbe garantire tramite gli intrecci con la Tim Cup almeno un posticino nei preliminari di EL.

Insomma, da qualunque lato la si guardi, è un'altra stagione fallimentare dell'Inter. Inutile stare a lì a girarci attorno: ci pagano per dire e scrivere quello che pensiamo, e oggi il pensiero non può non essere questo. Le colpe? Di tutti, dal primo all'ultimo. Nessuno escluso. Perché quando la barca affonda è corretto assegnare a ognuno le proprie responsabilità. In gradi diversi, s'intende, perché un Berni non può ritenersi responsabile allo stesso modo di un Handanovic e così via.

Cosa resta di questa stagione? Ancora qualche partita, più di un big match in cui tirare fuori l'orgoglio e il dovere di dare il massimo fino in fondo. Per poi capire chi deve restare e chi deve partire, ricostruendo seriamente le basi per un futuro di nuovo vincente. Thohir avrà capito che galleggiare ai vertici del calcio italiano non è compito semplice, figurarsi lottare per vincere lo scudetto. Occorrerà una decisa inversione di rotta, perché nessun alibi potrà reggere un'altra annata balbettante. C'è fiducia sul fatto che la rotta verrà invertita repentinamente, ma sta al numero uno di casa Inter meritarsi elogi. Così come spetterà a tutta la dirigenza rimboccarsi le maniche e capire gli errori (qualcuno madornale) commesso fin qui. Assorbito il cambio di proprietà, sono stati commessi onestamente troppi passi falsi – anche in sede di mercato – per non restarci male.

E poi c'è il discorso allenatore. Non ci voleva tanto per capire che non tutti i problemi si sarebbero risolti con l'esonero di Mazzarri. All'epoca dei fatti, fummo facili profeti. Troppo facili. “Mazzarri vattene!” era la litania poi accontentata, ma la situazione non è cambiata. Almeno non nell'immediato. E allo stesso tempo non è corretto asserire che il tecnico toscano non fu accontentato: il mercato funzionale è arrivato, i risultati no. Punto e basta. Evitando poi di addentrarci nella bontà del matrimonio dell'ex Napoli col club nerazzurro: non ci stava, lo si è capito fin troppo limpidamente. Però ci si aspettava molto di più anche da Mancini. Ecco, detto fuori dai denti: il Mancio ha un profilo decisamente più adatto all'Inter rispetto a WM. E' una questione generale, non solo tecnica. Ci sono delle alchimie difficili da comprendere e questa è una di quelle. Mazzarri-Inter non funziona, Mancini-Inter sì. Eppure, i numeri sono lì a dire che la situazione è pessima anche con lui in panca.

Adesso cosa si farà? Si chiederà a furor di popolo anche la testa del Mancio? Se prestiamo attenzione, possiamo già cominciare a sentire flebili voci che sussurrano ispide: “Mancini sopravvalutato”, “Mancini sa vincere solo con i campioni”. Il passo, si teme, sarà breve. E, presumibilmente, entro fine aprile si arriverà al “Mancini vattene!”. Fossimo in Mourinho, cominceremmo seriamente a preoccuparci.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 24 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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