Nessuno si aspettava l'Inter prima in classifica a Natale, per fortuna riconosciamo la nostra squadra quando scoppia l'ennesima e confortante faida nello spogliatoio (pare però che stavolta il clan argentino non c'entri nulla). "Se i muri potessero parlare..." si sente dire spesso per le riunioni più infiammate del dopo-partita che coinvolgono inevitabilmente ogni club in piena crisi. Tra questi ovviamente anche l'Inter capolista, che in effetti a classifica ribaltata si ritrova ultima e ha tanti motivi per non andare fiera del cammino fatto fino ad oggi, primo su tutti la mancanza di gioco che la distingue dalle spumeggianti rivali e che obbliga nuovamente Ausilio a elemosinare affari sul mercato, a differenza del Milan che può contare già sui suoi nuovi tre acquisti, Boateng, Menez e Balotelli.

Non è nemmeno la prima volta che i muri a San Siro prendono vita, raccontando nei dettagli le liti furiose fra il tecnico e i giocatori. Tutto è iniziato prima del calcio d'inizio della sfida con la Lazio: la musica latino-americana sparata a tutto volume da Icardi ha deconcentrato Melo e rintontito Mancini, che ha tagliato fuori i suoi due uomini migliori, Ljajic e Brozovic, tenendoli a riposo per il match di Doha contro il PSG, e ha pensato di schierare Maurito insieme a Jovetic (entrambi sanno a stento il nome dell'altro). Scelte irrazionali come sempre che si sono ripercorse sul punteggio, perché le altre volte all'Inter è andata bene... Ma il peggio doveva ancora arrivare. Dopo la sconfitta Icardi ha trovato i suoi altoparlanti distrutti ricevendo un altro Tapiro da Staffelli, l'argentino ha incolpato Melo che era ancora innervosito per il rigore e l'espulsione e ha subito chiamato in causa Mancini, trovandolo indaffarato in un'altra lite con i dissidenti Jovetic e Ljajic. Nella zuffa sarebbero finiti anche Guarin, Materazzi e Shaqiri (lo svizzero aveva dei conti in sospeso con il Mancio), mentre in un angolo Brozovic scattava gli epic-selfie.

Se un giorno Woody Allen decidesse di ambientare una delle sue comedies in uno spogliatoio di calcio potrebbe riadattare la cronaca, più o meno fedele, della serata concitata dei nerazzurri. Perché questi sono i fatti se si parla di Inter e gli stessi sorrisi che Mancini dispensava nelle interviste a fine gara mostrano il suo sollievo per essere uscito senza lividi dalla baruffa. La tappa in Qatar servirà a ricompattare il gruppo e a stemperare il clima incandescente, sebbene c'è chi sconsiglia di effettuare la preparazione invernale lontano da casa. Un altro azzardo di Mancini, stando a sentire i preparatori più preparati del tecnico nerazzurro intervenuti in questi giorni sull'argomento. Dopo il test contro il PSG di Ibra (che ha svelato che a giugno firmerà per il club in cui sognava di giocare sin da bambino) il rientro a Milano nel nuovo anno. L'augurio è che il 2016 regali all'Inter gioie e successi che le mancano da troppo tempo, tralasciando magari le solite commedie.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 29 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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