Questa è la storia di una squadra barocca, che si comporta e si veste da grande squadra e non fa più niente per dimostrarlo. La partita psichedelica dell'Inter va a inserirsi nella collezione horror di questa e delle ultime stagioni. Il secondo tempo, nettamente migliore del primo non giustifica un pareggio interno, che fa rima con sconfitta contro un avversario, il Cesena, squadra in ripresa ma penultima in classifica.

Non c'è un primo colpevole ma il primo che viene sempre in mente è l'allenatore. Roberto Mancini ha infatti la colpa di aver perso lucidità nei principi tattici che dettano la formazione. Le colpe dell'allenatore attuale si traducono proprio nelle scelte sbagliate delle formazioni messe in campo, nei troppi gol presi in difesa e nelle pretese di movimenti di cui i giocatori in rosa non sono evidentemente all'altezza. E' come se Mancini non si rendesse conto della mediocrità e pretendesse dei movimenti da grande squadra. E con lui i giocatori che sono evidentemente scollati dalla realtà, distratti clamorosamente in ogni partita, incapaci di interpretare qualunque match nel corso dei 90 minuti. Credo sia arrivato il punto esclamativo su questa stagione che ha definitivamente messo in chiaro che questa è attualmente una formazione di mezza classifica. La posizione attuale rispecchia il valore di giocatori male assortiti e con evidenti limiti di personalità. 

Il dato particolarmente spiazzante è legato alla gestione dei due tempi. Mi spiego meglio: a dicembre l'Inter gioca benino con l'Udinese poi nel secondo tempo non entra in campo e perde, con la Lazio è inconsistente tutto il primo tempo e infatti va sotto di due gol poi riemerge con un finale isterico dopo la prodezza di Kovacic. Con la Juve l'Inter fa il compitino il primo tempo e si sveglia nel secondo, la settimana dopo col Genoa gran primo tempo ma nel secondo torna a inflaccidirsi, Coerentemente male entrambi i tempi di Empoli-Inter, Inter-Torino e Sassuolo-Inter. Tre vittorie consecutive ma col Cagliari si torna a vedere una squadra che, a vittoria acquisita, riapre il match con un gol subito e il panico, ogni volta che i sardi si avvicinano all'area interista, tutto il secondo tempo.

Con la Fiorentina buon primo tempo e pessimo secondo. Col Napoli più o meno come con la Juventus e col Cesena la squadra non fa un'azione in velocità che sia una tutti i primi 45 minuti. Per avere una parvenza di imprevedibilità Mancini stravolge l'assetto tattico e va vicina tanto al 2-1 quanto all'1-2. Se ci mettiamo anche le gare col Celtic e quella col Wolfsburg, il dato inconfutabile che l'Inter giochi solo un tempo, o una parte di quello. Una tempesta perfetta e irreparabile, composta da una mancanza di umiltà, problemi fisici (ennesimo infortunio di Dodò) e limiti strutturali. 

Questa stagione surreale è anche caratterizzata da errori plateali, quasi provocatori, senza distinzione. Vidic, che da inizio stagione commette svarioni clamorosi; Icardi che invece di dare palla a Osvaldo fa una cosa senza senso e l'Inter non batte la Juve; Osvaldo che impazzisce e si fa cacciare dall'Inter; Palacio sbaglia l'impossibile col Wolfsburg, anche se le ultime due prestazioni lo mostrano in confortante ripresa. Poi Ranocchia che ci elimina dalla coppa Italia; Juan Jesus che persiste pervicacemente in disimpegni dilettanteschi; Carrizo che fa due papere che eliminano di fatto l'Inter dall'Europa League; Santon che va nel panico quando difende. Qualunque formazione Mancini metta in campo i giocatori si danno il cambio nel commettere errori spaventosi. Che hanno fatto anche ieri sera e faranno ancora. La linea della difesa troppo alta forse, ma anche una squadra clamorosamente lunga e sovrappensiero, senza motivo in decine di fasi di ogni partita.

Capirete perciò perché credo più in un'altra serie di errori e follie suicide nella serata di giovedì, piuttosto che in un'improbabile rimonta. Personalmente sono anche stanco di dover scrivere articoli tanto nefasti e qualcuno, non avvedendosi del mio ruolo, mi scrive che dovrei essere più ottimista perchè sono troppo negativo. Chiedo scusa perciò ai tifosi che trovano le mie parole eccessivamente cupe. Si accettano idee per esserlo di meno.

I mazzarriani intanto piombano come falchi sulle bacheche del lamento nerazzurro per brandire le scimitarre del malcontento accusando come tribuni, dal loro pulpito, gli infedeli come me che lo hanno contestato. Ma qui non c'è da esser difensori di nessuno. Non si stava meglio quando si stava peggio.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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