Un rullo compressore. La schiacciasassi Inter travolge anche il Bologna, un buon Bologna per la verità che era riuscito anche a trovare il pareggio subito dopo il vantaggio di Milito, e si riporta a distanza debita dalle inseguitrici. Un carro armato, come lo ha definito lo stesso Franco Colomba, che ha una forza tale che diventa quasi imbattibile a meno di congiunture astrali favorevoli all’avversaria di turno. Eppure il Bologna non ha giocato male, ha fatto quello che era nelle proprie possibilità, non a caso non si sono risparmiati i complimenti alla squadra emiliana a fine gara, ma sul campo la vittoria è stata ineccepibile. Con questo biglietto da visita e con la leadership del campionato ben stretta in pugno, l’Inter può ora finalmente pensare solo alla Champions, come uno studente che ha superato con il pieno dei voti un esame nonostante il pensiero rivolto a un impegno ben più importante e può ora prepararsi anima e corpo alla tesi di laurea. Paragone che riflette evidentemente lo stato d’animo dei nerazzurri, meno il momento della stagione visto che la partita del Nou Camp rappresenta tutt’altro che un esame finale ma comunque un viatico importantissimo per il prosieguo del cammino in Champions League, e buttare al vento una qualificazione incredibilmente riacciuffata con la forza della volontà a Kiev sarebbe davvero un peccato.

Insomma, chi pensava che l’Inter si sarebbe fatta trovare distratta a Bologna e che avrebbe giocato al piccolo trotto per risparmiare le forze in vista di Barcellona, si è dovuto ricredere: la squadra ha affrontato la gara con il giusto piglio, ha fatto vedere bel gioco, è passata in vantaggio, ha reagito immediatamente al pareggio andando vicina al gol in diverse occasioni e chiudendo sul risultato di 3-1. Avanti il prossimo. Merito, forse, anche della sagacia tattica di Mourinho, che a fine gara ha svelato come la conduzione di gara dei nerazzurri preveda un’alta circolazione di palla con un ridotto movimento delle pedine, con conseguente risparmio di forze e quindi di concentrazione. Ecco come si spiega la corsa di 50 metri di Cambiasso con preciso tiro a incrociare.

E ora il big match: come uscire indenni dal Nou Camp? Mourinho ha indicato la direzione: con la testa. Scendere sul terreno di gioco non con l’ansia da prestazione e la paura di perdere ma con la voglia di confrontarsi, di mettersi in gioco, di dimostrare il proprio valore perché occasioni del genere, andare a giocarsi la propria personalità al Nou Camp, capitano poche volte nella vita. E’ il momento di tirare fuori gli attributi e dimostrare che questa Inter non è forte solo in campionato, ma capace di competere anche su palcoscenici internazionali. Anche perché il campionato italiano non è certo inferiore a quello spagnolo o inglese.
Il count down è iniziato, l’attesa è quasi terminata.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 novembre 2009 alle 00:01
Autore: Domenico Fabbricini
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