Una vittoria di Walter Mazzarri alla Walter Mazzari contro una squadra che ha fatto della compattezza e della determinazione tattica il suo diktat per tutti i novanta minuti. Davide Nicola ha schierato il suo Livorno a specchio rispetto alle scelte dell’allenatore interista imponendo una doppia linea formata da 9 uomini alla difesa della propria porta anche con il risultato sbilanciato, purtroppo per lui, dalla papera di Francesco Bardi.

Un successo tutto sommato rotondo, nel 2-0 finale perlomeno, che, tuttavia, vale ben più dei semplici tre punti conquistati al triplice fischio. Con il big match fra Napoli e Juventus previsto in chiusura di giornata, infatti, la vittoria diventa fondamentale per riaprire la corsa su almeno una (entrambe in caso di pareggio) delle tre squadre che precedono i nerazzurri in campionato.

Tante indicazioni Mazzarri le ha ottenute soprattutto dalla sofferenza dei suoi uomini nel costruire azioni pericolose contro squadre chiuse a riccio all’interno della propria trequarti. In questo genere di partite (e le prossime tre sfide in trasferta contro il Bologna e in casa contro la Sampdoria prima ed il Parma poi non saranno differenti) la mancanza di spazi e la difficoltà nel far viaggiare la palla in verticale va compensata con la presenza, soprattutto in mediana, di giocatori in grado di spezzare in due i raddoppi, creare la superiorità e costringere il riccio a scoprirsi lungo il proprio fianco.

Non è un caso che il primo gol sia arrivato, seppur casualmente, da uno dei pochissimi affondi fino alla linea di bordocampo di Jonathan. Non è un caso, che il gol del raddoppio sia arrivato dopo il break in mezzo al campo di Javier Zanetti ed una giocata sopraffina di Mateo Kovacic. Entrambi i giocatori hanno la capacità di superare con le proprie accelerazioni le difficoltà che Ricky Alvarez e Saphir Taider hanno incontrato nel corso della gara, per le caratteristiche tecniche che li contraddistinguono.

Su Javier Zanetti tantissime pagine di cronaca (e anche di libri data la recente uscita della sua autobiografia) sono state scritte. Eppure il capitano nerazzurro non finisce mai di stupire. 195 giorni dopo il drammatico pomeriggio di Palermo, effettuato il cambio gomme come ha detto lui, Zanetti non solo ha ritrovato il campo, ma è riuscito anche, in soli 11 minuti in cui è sceso in campo, ad incidere positivamente nel match avviando l’azione del gol. Una serata magica a cui Zanetti puntava dal primo giorno successivo all’operazione al tendine d’Achille.

Un rientro affrettato il più possibile per prendere parte umanamente all’ultima partita che il suo presidente, Massimo Moratti, ha vissuto da patron nerazzurro sulle poltroncine di San Siro. Da venerdì arriverà Erick Thohir con la sua nuova proprietà e questa Inter, così pazza ma allo stesso tempo così passionale, potrebbe non essere più la stessa. Con questa presenza Zanetti ha completato un ciclo che lui, primo grande acquisto dell’era Moratti, aveva di fatto contribuito ad aprire. In Italia il risultato non è importante, è tutto. E il ritorno del tractor è il risultato più bello che la sfida contro il Livorno potesse regalare a tutti i tifosi nerazzurri e al primo fra tutti: Massimo Moratti.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 novembre 2013 alle 00:01
Autore: Emanuele Tramacere / Twitter: @tramacema
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