Prendere o lasciare: ormai è la frase che, come un mantra, accompagna da sempre la vita e la carriera di Antonio Cassano. Lo abbiamo imparato nel corso degli anni, quando il talento barese è finito al centro dell’attenzione, nel bene e nel male: per il suo genio in campo ma anche per le intemperanze di cui si è reso protagonista fuori. Antonio Cassano è uno così, uno che non vuole, forse non può, essere lo studente modello, o, usando un termine recentissimo, il “soldatino”perfettino sempre in riga: lui è uno che la rotta non sa cosa sia, che deve anche uscire dai binari, uno spirito libero che deve andare dove lo porta il cuore, anche a costo di dover essere lui il primo a pagare. Lo abbiamo capito anche attraverso le sue numerosi dichiarazione, ultime ma non ultime quelle recenti nei salotti televisivi dei suoi grandi amici Pierluigi Pardo e Fabio Fazio.

Cassano è così, prendere o lasciare. Lo abbiamo messo un po’ tutti in preventivo quando FantAntonio è arrivato all’Inter, sapevamo tutti che avrebbe regalato scintille in campo e fuori, sin dal giorno della conferenza stampa di presentazione, e le attese non sono state tradite. E forse ci dovevamo aspettare anche le tante Cassandre che si sono divertite a prevedere senza nemmeno sapere come stanno davvero le cose, un futuro funesto: troppo ingestibile FantAntonio, troppi i precedenti di presunti idilli finiti male, Stramaccioni e lo spogliatoio sarebbero finiti travolti dal ciclone barese in men che non si dica. Già, proprio uno spogliatoio travolto, quello dell’Inter: travolto dalla simpatia devastante di Cassano, che in poco tempo con le sue mattane ha saputo conquistare tutti, dall’allenatore ai compagni, dal capitano Zanetti fino a Coutinho e a Yuto Nagatomo, il suo “hobby”, nonché il suo amico numero uno “perché non capisce niente”.

Ma ciò che forse sorprende un po’ di più è il Cassano in campo: il Cassano che anche nei momenti di difficoltà prova a fare il trascinatore della squadra e soprattutto dei tifosi. Soprattutto, Cassano sorprende perché ha imparato a farsi scivolare addosso le provocazioni, come ha ampiamente dimostrato nel derby, dove non ha battuto ciglio al cospetto di cori e striscioni anche pesanti che i tifosi della sua ex squadra, il Milan, gli hanno dedicato con particolare dedizione. A replicare, semmai, ci ha pensato, a colpi di sciabola informatica, l’amata moglie Carolina che presto lo renderà di nuovo papà.

Cassano è così, prendere o lasciare: e noi questo Cassano ce lo teniamo ben stretto. E pazienza se qualcuno non ne capisce appieno l’ironia e, forse punto un po’ troppo nell’orgoglio, si prende la premura di rispondere alle sue battute (ma perché poi?) salvo poi essere corretto da un suo compagno di squadra. Pazienza se, come qualcuno ha detto, è un personaggio col quale a breve termine stai bene e ti diverti, ma che alla lunga finisce con lo spazientirti, il fattore che forse gli è costato le ultime partite della Nazionale: a Cassano, il popolo nerazzurro ha imparato a volere davvero ‘bene bene’...

Sezione: Editoriale / Data: Ven 19 ottobre 2012 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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