Ibra sì, Ibra no. A tenere banco nelle ultime ore, e forse anche nei giorni a venire (per non parlare del periodo del calciomercato estivo) è sempre e solo Zlatan Ibrahimovic. I suoi “mal di pancia” non sono più una rarità, lo svedese è ormai uscito allo scoperto dichiarando più di una volta che vuol vincere la Champions League, “con l’Inter o con un’altra squadra” ha aggiunto, alimentando le voci sul suo futuro. Che non potrà diventare una bandiera o un nerazzurro a vita è ormai chiaro, Ibra vuol fare altre esperienze e probabilmente, l’anno prossimo o a fine contratto, le farà. Addirittura c’è chi dalla Spagna, precisamente il giocatore del Real Madrid Drenthe, dice di essere sicuro che Ibrahimovic vestirà la casacca blanca, salvo poi venire smentito dal quotidiano spagnolo As, secondo cui Florentino Perez, se dovesse diventare presidente del Real, punterebbe su altri talenti come Cristiano Ronaldo o Kakà. Ed ecco che in serata è arrivata anche la notizia, riportata ancora da As, secondo cui Kakà giocherà nel Real Madrid, parola dello stesso padre del brasiliano. A questo punto, o il Real prenderà Ibrahimovic, Kakà e magari pure Cristiano Ronaldo, o più ragionevolmente farà un tentativo per uno soltanto di questi (visto che per tradizione un nuovo presidente al Real si presenta sempre con un campione al fianco), e conviene prendere con le molle le indiscrezioni provenienti dalla Spagna.
Un dato è certo: il futuro di Ibra è ancora nebuloso (anche per lui stesso), allora proviamo a mettere ordine. Da una parte c’è lui che sarebbe pronto a fare le valigie e andare a fare esperienza altrove, dall’altra Moratti e Tronchetti Provera (più il primo che il secondo) spingono perché lo svedese rimanga almeno fino alla scadenza del contratto; in mezzo tante società in fila e trepidante attesa per assicurarsi le prestazioni di Ibra, ma in concreto spaventate dallo stipendio del calciatore (il più alto al mondo). Di fatto, offerte concrete non ne sono mai arrivate. I tifosi sono spaccati, da un lato quelli che non rinuncerebbero mai al proprio idolo, dall’altro (la maggior parte) quelli che preferirebbero vedere vestire la maglia nerazzurra da un calciatore più attaccato ai colori, magari che non li zittisca dopo qualche fischio (per quanto incomprensibile vista la stagione dello svedese), puntando per esempio su giovani con maggior futuro davanti a sé, vedi Benzema o Aguero, che costano anche meno in termini di ingaggio. Effettivamente, come scriveva anche un nostro lettore, siamo sicuri che la cessione di Ibra sia un male? Con la sua cessione si potrebbero prendere un giovane attaccante di grandi prospettive e magari effettuare quei 3-4 ritocchi trasversali a tutti i reparti che permettano alla squadra, come dicevo anche in un altro editoriale, di diventare realmente competitiva anche in campo europeo, con calciatori da Champions che, mi ripeto, non vuol dire più bravi ma semplicemente più esperti. Perché Ibrahimovic sarà anche il fulcro della squadra, ma prendere (invento) Benzema, Iniesta, Xabi Aloso e Villa ti permette di avere qualcosa in più di un semplice fulcro: ti permette di avere un impianto di squadra solido e funzionale, che non debba dipendere da una sola punta di diamante.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 maggio 2009 alle 08:00
Autore: Domenico Fabbricini
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