'Skriniar-De Vrij-Bastoni', da un paio di settimane a questa parte, è diventata la nuova cantilena della formazione dell’Inter e delle scelte di Antonio Conte, deciso a dare continuità e sicurezza alla sua creatura partendo dal punto forte della passata stagione: la difesa. 

Per alzare il muro nerazzurro non si poteva non partire da chi, il muro, l'ha costruito fin dal primo momento del suo sbarco a Milano, anche se inizialmente solo in una delle tante opere d'arte offerte dai video di Inter Media House: Santo Stefan de Vrij. E il riferimento alla giornata di oggi, 26 dicembre, non è casuale. Sbarcato ad Appiano Gentile a costo zero, l’olandese ha retto a dovere la difesa interista sia a quattro, sotto la gestione di Luciano Spalletti, che nella nuova linea a tre disegnata da Conte, che ha visto in lui il 'suo Bonucci', se si vuole percorrere un parallelo con vecchia BBC che ha reso dominante la Juventus in Italia. De Vrij non ha avuto problemi di adattamento, anche grazie all'intelligenza tattica superiore: l'ex Lazio si è dimostrato impeccabile nelle letture difensive e nella precisa e puntuale fase di impostazione, che offre da tempo una nuova fonte di gioco al Biscione. De Vrij è maturato e cresciuto a dovere, cucendosi sul petto la meritata patch del difensore MVP della passata stagione di Serie A. 

Dopo l'esperimento (per ora fallito) legato all'esperto Kolarov come terzo centrale di sinistra, Conte ha poi deciso di puntare in pianta stabile anche sul baby Alessandro Bastoni, giovane che continua ad affermarsi partita dopo partita scacciando via i dubbi dei tanti che criticavano il corposo investimento da 31 milioni di euro visibili sul bilancio del club di Viale della Liberazione per strapparlo all'Atalanta dopo il prestito al Parma. Basto si è ritagliato uno spazio da titolare indiscusso e da centrale moderno: forte fisicamente, puntuale nell'anticipo ed elegante - e incisivo - nella costruzione della manovra affidata al suo delicato mancino, il classe '99 di Casalmaggiore ha conquistato prima l'Inter e poi il ct Roberto Mancini, che nel finale di 2020 gli ha anche regalato l’esordio con la Nazionale maggiore. Il giusto premio per uno dei perni della difesa a tre contiana.

Un pezzo grosso che Bastoni aveva spedito in panchina per un periodo è stato invece Milan Skriniar, che in una fase della sua gestione Conte ha deciso di traslare a sinistra per far spazio come 'braccetto' di destra al sempre affidabile Danilo D'Ambrosio o al navigato Diego Godin. Lo slovacco è uno dei difensori che ha trovato maggiori difficoltà nell'adattamento al nuovo schema tattico, accomodandosi spesso in panchina e avvicinandosi sempre di più (almeno secondo diversi organi di stampa) all'addio all'Inter in nome della plusvalenza e sull'altare di un bilancio da gonfiare nel bel mezzo di una crisi economica generata dalla pandemia. Alla fine però lo Skrigno (un elemento da apprezzare in primis per l'umanità, come dimostra il tortuoso rinnovo di contratto condotto in prima persona) è rimasto a Milano, si è rimboccato le maniche, ha appreso le richieste di Conte e le ha applicate in campo, con una crescita che è sotto gli occhi di tutti e coronata dal prepotente stacco di testa vincente che ha regalato gli ultimi tre punti del 2020 alla Beneamata.

La BBC è un ricordo, ora Conte si affida alla SDB. Un terzetto che scende regolarmente - e ininterrottamente - in campo dal 1' dal convincente successo del Mapei Stadium contro il Sassuolo: da lì in poi si contano due gol incassati in due match di Champions Legue (in Germania contro il Gladbach) e quattro in sei partite di campionato. Numeri che confermano la crescita di un'Inter capace di rosicchiare punti vitali alle rivali e di avvicinarsi prepotentemente alla vetta della classifica. Grazie (anche) alla difesa, a Santo Stefan e ai suoi fratelli. 

VIDEO - IL PARTICOLARISSIMO REGALO DI NATALE RICEVUTO DA BASTONI

Sezione: Editoriale / Data: Sab 26 dicembre 2020 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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