Ben venga il ritiro punitivo, sono assolutamente d’accordo con questa decisione presa dalla società insieme a Roberto Mancini. Parlano di musi lunghi nella squadra ma penso che sia un buon indizio sul fatto che possa essere la scelta giusta. Di pazienza Thohir & co. ne hanno avuta fin troppa, approvo quindi questo modo di prendere in mano il bastone, dopo tante carote più o meno giustificate da errori arbitrali, sfortuna ecc..,  per far capire ai giocatori che adesso veramente non si può più sbagliare. Il terzo posto è vitale per la sopravvivenza della società ed è ancora lì, a pochi punti di distanza, traduzione: non si può mollare in questo modo.

Gli errori li hanno fatti tutti, a ogni livello, da Mancini ad alcune scelte societarie (il ritiro di Doha) o di mercato (un regista serve come il pane da anni), però il crollo verticale degli ultimi 40 giorni è inspiegabile perché non è comprensibile come una squadra possa aver buttato via punti a destra e a sinistra come è stato fatto in questo inizio di 2016. Fossero arrivate imbarcate clamorose o sconfitte senza appello sarebbe un altro discorso, potremmo essere qui ad ammettere le mancanze di una rosa inadeguata, al massimo da quinto o sesto posto, ma fino alla sconfitta con la Lazio, pur non giocando bene, abbiamo visto invece una squadra prima in classifica, dura, cattiva e compatta, in grado di giocarsi lo scudetto.  

Ora ci troviamo di fronte un’Inter in preda all’oblio più totale, sprofondata al quinto posto, con addirittura il Milan alle calcagna, un crollo verticale assurdo di un gruppo che per mancanza di concentrazione e cattiveria ha perso 5 punti negli ultimi 3 minuti nelle ultime 9 partite, uno scempio disarmante, una galleria degli orrori inaccettabile, anche perché oltre a Milan e Fiorentina, gli altri avversari sono stati Carpi, Atalanta, Verona e Sassuolo. Adesso bisogna a tutti i costi reagire e ritrovare la retta via per non finire con un’altra stagione da dimenticare, come nelle ultime orribili annate di Stramaccioni e Mazzarri. 

La speranza è che ora i giocatori guardandosi  in faccia, reclusi per 4 giorni nella triste Appiano Gentile, ritrovino un minimo di quel gruppo che aveva stupito tutti nei primi 5 mesi della stagione, lascino alle spalle antipatie ed egoismi, per salvare questo campionato, con onore e con il rispetto che la maglia nerazzurra  e i tifosi interisti meritano. Pazienza se alla fine non dovesse arrivare il terzo posto, bisogna però combattere fino al triplice fischio finale.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 19 febbraio 2016 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
vedi letture
Print