Massimo Moratti ha parlato testualmente di gara che “ha fatto impressione”. Non ha assolutamente tutti i torti il presidente dell’Inter, parlando in questi termini della partita di Catania tra i rossoblu e la Juventus, segnata in maniera indelebile dal clamoroso episodio del gol prima concesso poi non assegnato all’etneo Bergessio, dopo 44 secondi di consulto tra l’arbitro, il guardalinee Maggiani e l’assistente di porta Rizzoli. Episodio che ha scatenato l’ira funesta del patron rossoblu Pulvirenti, che anche il giorno dopo non ha celato la propria rabbia per un episodio definito con tutti gli epiteti negativi possibili. Nemmeno paragonabile a quanto accaduto sette giorni prima a San Siro, quando alla formazione di Maran non fu concesso un rigore per fallo di Guarin su Gomez, malgrado qualcuno si sia sforzato ad equiparare i due episodi subito smentito dal patron rossoblu.

Fa impressione quanto accaduto, ha affermato Moratti. Se ci pensiamo bene, però, quanto accaduto fa impressione anche per la tempistica con la quale è avvenuto: i clamori, le accuse, i veleni, addirittura le eco dello scandalo di Calciopoli, scoppiato sei anni fa ma il cui ricordo è ancora troppo caldo che sembra ieri. Il tutto a sei giorni dalla grande sfida tra Juventus e Inter, la sfida che, inutile evocarlo, rievoca tutto e il contrario di tutto. La sfida per eccellenza, quella fra bianconeri e nerazzurri, quella che puntualmente incendia il clima intorno al nostro pallone, quella che calamita le attenzioni di tutti già molto, molto tempo prima del fischio d’inizio. Stavolta, probabilmente, anche troppo tempo prima.

Perché lo ha sottolineato anche il tecnico Andrea Stramaccioni nella conferenza stampa di ieri: tra un commento sui fatti di Catania, un altro sulla Juventus, poco spazio si è dedicato a quello che è l’impegno più immediato dei nerazzurri, quello di questa sera. Sbaglia chi pensa che Juventus-Inter è già iniziata, perché questa sera a San Siro si presenterà una formazione ostica e in cerca di punti come la Sampdoria di Ciro Ferrara. Visto il curriculum dell’attuale allenatore blucerchiato, magari qualcuno può anche considerarla una partita di preparazione alla grande sfida di sabato. Ecco, questa è forse l’unica concessione che l’Inter può permettersi in vista della gara di Torino, perché sottovalutare una squadra in cerca di punti come quella doriana, a costo di fare una frase fatta, per una squadra comunque lanciata ma che ha ancora un bel po’ di lavoro da fare, è probabilmente l’errore più grosso possibile. Potrebbe bastare poco per mandare all’aria il bel castello sin qui costruito da Strama, farsi distrarre è assolutamente proibito.

Per cui, lasciamo agli altri brusii, pronostici, cassandrate: quello che devono fare Milito e compagni è semplicemente fare il proprio dovere. Anzi, visto che di arbitri si parla fin troppo spesso ultimamente, giochiamo un po’ col cognome del direttore di gara, sperando che anche lui possa fare a pieno il proprio… Doveri.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 31 ottobre 2012 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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