"Prometto di venirti a trovare il prima possibile ad Appiano Gentile. Tu sei un grande giocatore, già lo sai. Adesso hai preso il mio posto, sono felice per te e anche per l'Inter. Spero tu faccia bene”. Le recenti parole al miele di Adriano Leite Ribeiro, noto semplicemente come Adriano, nei confronti di Romelu Lukaku hanno il sapore di un vero e proprio passaggio di testimone. Da l’Imperatore al Gigante il passo è breve e le similitudini che balzano all’occhio sono tante. A partire dalla caratteristiche fisiche e tecniche, fino ad arrivare alla pesante maglia nerazzurra che entrambi, anche se ovviamente in tempi e modi diversi, si sono ritrovati quasi all’improvviso cuciti addosso. 

Adriano ha appeso gli scarpini al chiodo ormai da diversi anni, Romelu lucida quelli da gara almeno tre volte a settimana per rispondere agli impegni in agenda con l’Inter, divisi tra Italia ed Europa. Ma tutti e due sono legati dall’amore per il gol. Tutti e due sono i classici attaccanti di imponente stazza fisica, capaci di fare reparto da soli ma anche di adattarsi alle caratteristiche dei compagni di squadra: l’ha fatto ai suoi tempi il brasiliano con Ibrahimovic e soci, lo sta facendo ora il belga con l’amico del gol Lautaro Martinez. Tutti e due potenti e dotati di una buona tecnica, entrambi forti di testa e disposti al sacrificio, con la potenza del mancino che viaggia ben sopra la media. Tante caratteristiche comuni, rimarcate ancora con più forza dalle parole di Big Rom, che tempo fa aveva ammesso che quando era un bambino amava scegliere quasi sempre l’Inter ai videogiochi una volta cliccato il tasto di accensione della PlayStation. Il motivo? "C’era Adriano". E Romelu amava comandarne i movimenti con il joystick in mano ed immedesimarsi in lui con la testa. Sognando, un giorno, di diventare proprio come lui. 

Nell’ultimo botta e risposta tra bomber andato in scena durante la simpatica diretta su Instagram lanciata nelle scorse ore dal club nerazzurro, il belga non ha nascosto la profonda ammirazione per l’Imperatore, "studiato" anche in una sala video particolare: "Quando ero piccolo, mio padre non aveva i soldi per comprare la televisione. Ho visto tutti i suoi gol su YouTube - ha raccontato l'ex United -. Io e lui insieme all'Inter? Faremmo 70 gol ogni stagione. Io penso di essere molto simile a lui: faccio gol, ma aiuto molto anche la squadra. Spero di fare ciò che ha fatto lui con la maglia nerazzurra" l’augurio di Romelu, che ha coronato il sogno di sposare il Biscione dopo essere stato forgiato come top bomber nelle esperienze in giro per l'Europa con Anderlecht, Chelsea, West Bromwich, Everton e Manchester United e le contemporanee apparizioni con il suo Belgio. Adriano, invece, a Milano ci è arrivato da giovane, con la dirigenza nerazzurra brava a pescarlo nel lontano 2001 dal Flamengo e a farlo poi crescere nei particolari nelle preziose annate con Fiorentina e Parma. Dove il talento di Rio de Janeiro si è fatto le ossa prima di offrire tutti i suoi colpi di genio al sempre esigente pubblico di San Siro dal 2004 al 2009 (togliendo la parentesi in prestito al San Paolo). 

Nella sua avventura all’Inter, Adri conta 74 timbri (mai banali) sul cartellino in 177 presenze complessive tra campionato e coppe, arricchiti da un palmarès nerazzurro che vede trascritte nell’elenco due Coppa Italia, tre Supercoppe Italiane e tre Scudetti. Al suo primo anno in Italia e all’Inter, il classe '93 di Anversa è invece già diventato il debuttante interista in A che ha fatto più gol negli ultimi 70 anni, ha segnato in tutte le competizioni (campionato, Coppa Italia, Champions ed Europa League) ed è arrivato a 23 reti totali in 35 match disputati, 4 in meno della sua stagione d’oro con lo United, il 2017/18, chiusa poi a 27. Numeri che fanno ben sperare per il futuro, specie se si contestualizza il complesso buttando anche lo sguardo al passato. Perché Big Rom ha definito Adriano come un idolo e il brasiliano ha risposto etichettando il belga come il suo erede. 

Ora Lukaku sogna di ricalcarne le orme e di replicare (o perché no, superare) i trofei alzati al cielo dall’ex centravanti verdeoro ai tempi dell'Inter. Dopo la pazza rimonta nell’ultimo derby contro il Milan e l’autocelebrazione social come "il nuovo Re di Milano", il Gigante non si accontenta e studia ora da Imperatore. Che sarà sempre il suo idolo, ma di cui potrà essere ora - finalmente - anche l’erede. In tutto e per tutto. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 11 aprile 2020 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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